La rivoluzione ecologica colpirà (finalmente) anche il settore della mobilitazione pubblica: in Italia stanno arrivano i primi autobus ad impatto zero
L’Italia sta per assistere ad una rivoluzione che la vedrà fare un passo avanti in direzione di una totale mobilità sostenibile. Finalmente, arriveranno presto in circolazione anche i primi autobus a impatto zero, ecco come funzionano.
Moltissime città hanno adottato misure ed incentivi al fine di invitare all’utilizzo di mezzi senza emissioni inquinanti e limitare il più possibile il trasporto con automobili che non abbiano un motore elettrico. Le condizioni atmosferiche preoccupano sempre di più e in alcuni punti dell’Italia, il tasso di inquinamento sta diventando pericoloso per la salute dei cittadini. Proprio per questo un’azienda del territorio ha presentato il primo modello di autobus ecologico, che rappresenterà il principio di una rivoluzione eco-friendly.
Primo modello di autobus a impatto zero: sta per arrivare in Italia
Si tratta di Hydron, Sixtron e Eltron: sono i tre nuovi modelli di autobus a impatto zero progettati e realizzati da Rampini Spa, un’azienda umbra leader del settore. Sono veicoli Made in Italy e Hydron è il primo in Italia ad essere progettato con una cella combustibile a idrogeno. L’autonomia del mezzo raggiungerà i 450 km, conta 8 metri di lunghezza ed è in grado di trasportare circa 50 persone.
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Come annunciato da Fabio Magnoni, il direttore generale dell’impresa umbra, Hydron rappresenta una fonte d’orgoglio tutta italiana, risultato di investimenti e innovazione che vogliono portare l’industria del Bel Paese verso l’eccellenza. La presentazione ufficiale del nuovo mezzo di trasporto è avvenuta nei giorni scorsi, insieme a quella di Sixtron e Eltron, due bus a zero emissioni, pensati per brevi tragitti nei centri storici.
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Sixtron è un autobus urbano che conta sette metri di lunghezza ed ha una capienza di 31 passeggeri, con un’autonomia pari a 250 km. Eltron invece è l’evoluzione del modello E80, il primo autobus elettrico a tre porte che arriva a superare i 300 km di autonomia. Questi tre modelli hanno richiesto un investimento per la ricerca e la produzione del 10% del fatturato complessivo dell’azienda, che resta estremamente fiduciosa visto l’ottimo risultato ottenuto.