Il grillo: campestre o domestico, uso alimentare e caratteristiche

Si tratta di uno degli insetti più noti, al centro anche della letteratura con famose fiabe: lui è il grillo, cerchiamo di capirne di più sulle sue caratteristiche.

Grillo tra le foglie (Pixabay) – Ecoo.it

Chi tra noi, da piccolo, non si è sentito raccontare una fiaba che aveva come protagonista un grillo? Il poliedrico attore e regista teatrale Paolo Poli sulla vicenda di questo simpatico insetto che si innamora di una formica ha scritto un brano tanto fortunato, quanto triste. Un Grillo Parlante, invece, era una voce della coscienza nel burattino Pinocchio nella celebre favola scritta da Carlo Collodi.

Così, sin da piccini il nostro è stato una sorte di amore – odio nei confronti di questo insetto. Eppure siamo davvero convinti di sapere tutto? Di recente, il grillo è tornato a far discutere molti, suo malgrado: “colpa” della scelta dell’Unione Europea di inserire la farina ricavata dagli Acheta domesticus, nome scientifico del popolare grillo del focolare tra i ricavati da insetti utilizzabili nei prodotti alimentari.

Quali sono le caratteristiche del grillo: tipologie e portafortuna, fino all’uso come prodotto alimentare

Per capire quali sono le caratteristiche del grillo, occorre prima fare un focus su quelle che sono le diverse e più note tipologie. In secondo luogo, ci soffermeremo su alcuni aneddoti, spiegandovi il perché il suo verso, comunemente detto frinire, venga considerato un portafortuna. Infine, ci soffermeremo sul dibattito riguardante l’uso alimentare della farina di grillo, che tanto dibattito ha appunto scatenato, anche tra noti “portavoce” della cucina italiana nel mondo.

Quanti tipi di Gryllidae esistono e quali sono i più comuni

Un grillo nella natura (Pixabay) – Ecoo.it

Quella dei Gryllidae è una composizione molto variegata, che ha una diffusione eterogenea in diversi continenti, nello specifico in Europa, Africa e larghissima parte dell’Asia. Si tratta generalmente di piccoli insetti onnivori e per carattere solitari, non molto grandi e la cui vita media non supera generalmente i dodici mesi. Si accoppiano generalmente in tarda primavera, mentre le uova vengono deposte a giugno.

Dopo 20 giorni, queste si schiudono e nascono i piccoli grilli che non si allontanano dalla loro mamma praticamente per tutta l’estate. Nel corso di tutto l’autunno e tutto l’inverno, sono diverse le loro mute, fino ad arrivare a primavera, quando raggiungono la maturità: successivamente arriva il periodo in cui finisce il loro ciclo vitale e inizia quello dei nuovi accoppiamenti.

La specie di grillo più comune è quella del grillo campestre, che lo riconosciamo perché marrone scuro e per le caratteristiche ali che utilizzano per il loro frinire. Ci sono poi i grilli domestici, dei quali già accennato e che pur non intaccando l’uomo possono essere nocivi. Se invadono casa, infatti, vanno a colpire frutta, verdura, loro cibi prediletti, ma anche indumenti di stoffa e lana.

Che differenza c’è con le temibili cavallette?

Spesso i grilli vengono confusi con le ben più temibili cavallette e a tal proposito – soprattutto chi non vive in campagna – spesso pensa che i primi siano pericolosi quanto le seconde. In realtà, i grilli sono insetti praticamente innocui, salvo appunto ritrovarseli in casa tra i vestiti e sul cibo. Lo fanno comunque per sopravvivenza e non sono sicuramente invadenti e nocivi come le cavallette.

Queste ultime – sin dai tempi biblici – sono considerate infatti una vera e propria sciagura per l’agricoltura: un raccolto attaccato dalle cavallette, in sostanza, rappresenta una calamità. Distinguere grilli e cavallette è facile: queste ultime sono infatti di un colore tipicamente verde, la loro grandezza è maggiore, sono più grosse e dalla forma allungata e anche il suono che producono è ben diverso. Si tratta di un canto stridulo differente dal comune cri-cri dei grilli.

Un grillo portafortuna come animale domestico

Nei secoli, si è diffusa la convinzione, per nulla errata, che si possa convivere tranquillamente con un grillo in casa: qualcuno pensa possa addirittura essere un buon animale domestico, che ci tiene compagnia col suo canto. Si tratta di una pratica sempre più diffusa, innanzitutto perché costa molto meno mantenere un grillo rispetto che un cane o un gatto, ma non solo.

Vengono infatti considerati insetti autonomi per la cui cura non bisogna perdere molto tempo ed ecosostenibili, sia per quanto concerne il consumo di acqua, che per le emissioni di CO2 prodotte ogni anno dal cibo per cani e gatti. Ultimo elemento caratterizzante: in alcune culture, i grilli vengono considerati dei portafortuna e degli ottimi guardiani della casa, in quanto smettono di cantare se avvertono un pericolo.

Polemiche sull’uso alimentare della farina di grilli

Farina di grillo (Pixabay) – Ecoo.it

Negli ultimi mesi, la discussione sull’uso alimentare della farina di grilli, come detto, ha riguardato anche il dibattito pubblico in Italia. Sono molti coloro che ne contestano l’utilizzo a scopo alimentare: il grillo domestico è il terzo insetto il cui consumo viene approvato dall’Unione Europea, dopo la larva della farina e la locusta migratoria, ma è quello che ha fatto più scalpore.

Gino Sorbillo, il re della pizza napoletana, con ristoranti che hanno sede anche a New York e Tokyo, ne contesta in maniera aperta l’utilizzo, classificandolo come “porcheria” e ritenendolo “inammissibile”. A lui ha replicato lo chef Lorenzo Biagiarelli, noto anche per essere il fidanzato di Selvaggia Lucarelli, osservando come Sorbillo non motivi la propria contrarietà con delle deduzioni logiche, ma “si trincera dietro a una bruta irrazionalità”, che non ammette repliche.