Animali in via di estinzione, le specie a rischio che sono il grido d’allarme del pianeta

Aumentano le specie a rischio estinzione a causa dell’azione dell’uomo sull’ecosistema. Gli animali in via di estinzione vedono mutare i loro habitat naturali e sono le vere vittime incolpevoli delle scelte umane.

Come ricorda Legambiente, viviamo in anni cruciali per il raggiungimento degli obiettivi sulla tutela della biodiversità e per salvaguardare le zone umide del pianeta, oggi in pericolo. Ma purtroppo è l’intero ecosistema che paga le scelte, spesso sconsiderate, dell’essere umano sul pianeta. E a noi tocca aggiornare la lista degli animali in estinzione.

Secondo il recente report di Legambiente che riporta dati IUCN (International Union for Conservation of Nature – Unione internazionale per la conservazione della natura) sono 8.400 le specie di fauna e flora selvatiche in pericolo di estinzione, mentre quasi 30.000 in più sono ritenute in pericolo o vulnerabili e oltre un milio-ne sono minacciate di estinzione.

Tra queste sono inclusi il 41% degli anfibi, il 33% delle barriere coralline, il 25% dei mammiferi compresi gli animali con le corna, il 13% degli uccelli compresi gli uccelli rapaci e il 30% di conifere.

Ma i danni più gravi si riscontrano tra i vertebrati più a contatto con l’acqua: circa il 30% dei pesci, il 25% degli anfibi e il 20% dei rettili sono a rischio estinzione. Tra gli anfibi (oltre 6.500 specie nel mondo) il 33% delle specie di rane, rospi, salamandre e tritoni oggi esistenti è a vario grado in pericolo di estinzione.

In particolare ciò avviene a causa dell’immissione di specie alloctone (come il gambero della Louisiana), del cambiamento climatico (aumento della siccità con piogge sempre meno frequenti) e dello stravolgimento degli habitat naturali che interessano anche gli animali notturni.

Animali in via di estinzione nel mondo

animali in via di estinzione nel mondo
Orso bianco, tra gli animali in via di estinzione – ecoo.it

A livello mondiale un dato preoccupante sugli animali a rischio estinzione arriva dall’Australia, dove sono morti migliaia di koala nell’ondata di incendi dovuti alla recente siccità senza precedenti: i loro habitat sono andati distrutti e alcuni stimano in 10 mila il numero di koala perduti negli incendi.

Per l’effetto serra e i cambiamenti climatici dovuti al riscaldamento globale soffrono anche gli orsi bianchi al Polo Nord, i pinguini all’Antartide, le api e le farfalle. Il bracconaggio è la causa del rischio di estinzione delle tigri, la caccia di frodo colpisce anche in Italia orsi bruni, lupi e aquile.

I dati che riguardano l’Italia si possono leggere nelle Liste Rosse nazionali. In base a questi documenti le popolazioni dei vertebrati italiani sono in declino, così come le piante vascolari, la cui analisi delle specie di flora italiana valutata ha mostrato uno stato di conservazione non soddisfacente.

Numeri preoccupanti se pensiamo che il Belpaese ha il primato della biodiversità europea, ospitando oltre 67.000 specie di piante e animali, compresi gli animali che vanno in letargo, circa il 43% di tutte quelle presenti in Europa.

È possibile invertire la tendenza? Il problema è legato alla perdita della biodiversità, con 596 su 2807 specie animali che in Italia rischiano di scomparire, minacciate da cambiamenti climatici, sfruttamento delle risorse naturali, frammentazione e perdita di habitat, inquinamento e pesticidi.

Ma anche per l’introduzione di specie aliene invasive, urbanizzazione e infrastrutture. Allarmanti anche i dati dell’ultimo rapporto Onu, che evidenzia come la natura stia subendo un declino, con tassi d’estinzione senza precedenti nella storia umana: nell’arco di un decennio potremmo dire addio a un milione di specie animali e vegetali.

Lista degli animali in pericolo di estinzione

  • Aye-Aye, Daubentonia madagascariensis
  • Balenottera azzurra, Balaenoptera musculus
  • Balenottera comune, Balaenoptera physalus
  • Banteng, Bos javanicus
  • Bonobo, Pan paniscus
  • Boodie, Bettongia lesueur
  • Cercopiteco Diana, Cercopithecus diana
  • Drillo, Mandrillus leucophaeus
  • Elefante asiatico, Elephas maximus
  • Elefante delle foreste, Loxodonta cyclotis
  • Fagiano di Edwards, lophura edwardsi
  • Furetto piedi-neri, Mustela nigripes
  • Gibbone Hulock, Hylobates hulock
  • Giraffa di Rothschild, Giraffa camelopardalis rothschildi
  • Licaone, Lycaon pictus
  • Lupo dei boschi, Canis lupus lycaon
  • Lupo delle Great Plains, Canis lupus nubilus
  • Lupo indiano, Canis lupus pallipes
  • Markhor, Capra falconeri
  • Panda rosso/Panda minore, Ailurus fulgens
  • Scimpanzé, Pan troglodytes
  • Sifaka coronato, Propithecus diadema
  • Tapiro dalla gualdrappa, Tapirus indicus
  • Tapiro del Brasile, Tapirus terrestris
  • Tapiro di Baird, Tapirus bairdii
  • Tapiro di montagna, Tapirus pinchaque
  • Tigre, Panthera tigris
  • Volpe volante dal capo dorato, Acerodon jubatus
  • Zebra di Grevy, Equus grevyi
  • Zebra di montagna, Equus zebra

Gli animali a rischio estinzione in Italia

Capriolo
Capriolo – ecoo.it

Alcune specie si sono già estinte regionalmente in Italia, tra questi il : il rinolofo di blasius, la quaglia tridattila, la gru cenerina, lo storione e il gobbo rugginoso .

Tra gli uccelli marini, è peggiorato lo stato di conservazione dell’uccello delle tempeste mediterraneo Hydrobates pelagicus melitensis, della berta minore mediterranea, del gabbiano corallino e della beccaccia di mare . Tra i mammiferi terrestri, il capriolo italico e il camoscio appenninico sono considerati vulnerabili. L’orso bruno marsicano rimane nella categoria di massima probabilità di estinzione.

Invece tra i mammiferi marini, 3 specie di cetacei sono in pericolo. Si tratta del delfino comune, del capodoglio e della balenottera comune.

Il valore inestimabile della natura selvatica viene celebrato il 3 marzo di ogni anno in occasione del World Wildlife Day – WWD – proclamato nel 2013 dall’Assemblea generale dell’ONU per ricordare la ricorrenza della firma della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES) avvenuta nel 1973 a Washington ed emendata a Bonn nel 1979