Vitamina D bassa: quali sono i motivi e come intervenire

La Vitamina D è molto importante per il funzionamento del corpo, specie per il suo influsso sulla struttura ossea e sul sistema immunitario

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Vitamina D (Foto Pixabay)

Non è molto tempo che in Italia i medici di base, durante le analisi del sangue di routine, prescrivono l’esame della vitamina D. Questo a testimoniare che l’importanza di questa vitamina è stata riconosciuta piuttosto recentemente. Difatti secondo studi recenti dell’Università di Harvard, la carenza di Vitamina D riguarderebbe circa un miliardo di persone in tutto il mondo. A differenza di altre vitamine, come la C o la B, non si acquisisce con l’alimentazione, a meno che non si faccia uso di specifici integratori. In qualche modo si trova la vitamina D nei funghi e nel pesce azzurro. Tuttavia l’alimentazione da sola non può compensare una grave carenza. Solitamente la presenza o l’assenza della vitamina D è imputabile in parte a caratteristiche specifiche del soggetto, come la capacità di assorbirla o di respingerla, ed in parte dall’esposizione al sole.

La vitamina D è deputata a ricoprire importanti funzioni nell’organismo umano, tra cui:

  • Promuovere l’assorbimento del calcio al livello intestinale;
  • Mantenere nella norma i livelli ematici di calcio e fosforo;
  • Promuovere il riassorbimento di calcio e fosforo a livello renale;
  • Rinforzare le ossa, attraverso la deposizione del calcio a livello del tessuto osseo;
  • Favorire la crescita ossea nei bambini.

Vitamina D, quali sono i sintomi della carenza

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Vitamine (Foto Pixabay)

In età giovane la carenza di vitamina D è identificata da specifiche analisi del sangue, o diventa visibile in rare forme di rachitismo infantile, quando la mancanza è consistente. Con l’incedere dell’età invece, la carenza di Vitamina D può provocare serie problematiche alle ossa, quali l’osteoporosi. Le cause generalmente identificate per la mancanza di vitamina D sono:

  • inadeguata esposizione solare;
  • insufficiente apporto alimentare
  • malattie renali o epatiche
  • aumento del fabbisogno
  • assunzione di alcuni specifici farmaci.

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Di conseguenza correggendo ciò che si può mutare si può provvedere ad innalzare il livello della vitamina. Ad esempio migliorando l’esposizione ai raggi solari ed integrando gli alimenti ricchi di vitamina D2 o ergocalciferolo, come quelli di origine fungina, e di vitamina D3 o colecalciferolo, di origine animale, presente soprattutto nel pesce azzurro e nel tuorlo d’uovo. Tutti questi sono compportamenti che messi in pratica possono migliorare la concentrazione di vitamina D nel corpo. Tuttavia si parla di condizioni di insufficienza. Se ci si trova di fornte ad una reale carenza, si deve assolutamente provvedere con degli integratori specifici.

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In caso contrario, se la carenza fosse procrastinata a lungo, l’individuo potrebbe iniziare a sviluppare problemi seri riferiti alle ossa, all’intestino ed al sistema circolatorio. Per la prevenzione si consiglia di inserire il monitoraggio del livello di vitamina D durante tutte le analisi del sangue routinarie. La prestazione è identificata con il nome di “dosaggio del 25-OH-D”.