Barriere coralline, i gravi rischi per questi tesori della biodiversità. Molte sono malate, qual è la situazione al momento.
Le barriere coralline sono un vero e proprio paradiso della biodiversità del pianeta. Distribuiti nei mari tropicali, sono un preciso indicatore della salute ambientale delle acque e ne rispecchiano perfettamente la condizione. La perdita dei coralli significa un deterioramento complessivo dell’ambiente marino e in particolare di un microcosmo che ospita migliaia di specie.
Le condizioni che mettono a rischio la sopravvivenza delle barriere coralline sono diverse, dal riscaldamento delle acque di mari e oceani all’acidificazione dovuta agli inquinanti. Anche le proliferazione di specie non autoctone in tempi estremamente rapidi, per un contesto naturale, provoca degli squilibri per tutto l’ecosistema delle barriere.
Barriere coralline, quali sono le condizioni attuali
Le condizioni di questo delicato ecosistema appaiono difficili i diversi luoghi dal mar dei Caraibi alle acque dell’Australia nord-orientale con la Grande Barriera Corallina, la più estesa del mondo. Lo sbiancamento è uno degli effetti che più si notano in condizioni di stress ambientale.
In condizioni normali i colori sgargianti delle barriere sono dati dalla presenza di particolari alghe, le zooxantelle, che vivono in simbiosi con i polipi (che formano l’organismo vivente della barriera, le cui secrezioni di carbonato di calcio creano l’ossatura corallina nota a tutti), producendo sostanze nutritive attraverso la fotosintesi. Più in colori sono intensi maggiore la concentrazione di alghe.
La crescita e di temperatura della acque marine allontana le alghe dal corallo, sbiancandolo. Si perdono così anche le sostanze nutritive necessarie alla sopravvivenza dei polipi, che senza alghe sono destinati a morire, se la mancanza si protrae nel tempo. Lo sbiancamento è un fenomeno noto e molto studiato, come avviene nelle acque della Florida (Stati Uniti).
Qui in 40 anni circa il 90% della barriera corallina è andato perduto, con il 2023 definito un anno orribile dagli scienziati per la sopravvivenza del corallo. Lo sbiancamento avviene nel periodo tra settembre e ottobre e lo scorso anno è stato particolarmente intenso, da essere considerato il peggiore mai studiato dai ricercatori. Quest’anno i segnali sono leggermente migliori, con le temperature delle acque intorno alla Florida non così calde come 12 mesi fa.
Questo cambiamento influisce sulla salute della barriera, con uno sbiancamento che appare meno forte del 2023. Si tratta di un segnale certamente positivo, ma che non significa la fine dell’emergenza per le barriere. In condizioni di stress termico, lo sbiancamento spinge le colonie di polipi a investire maggiori energie per la sopravvivenza e non per la riproduzione. Secondo gli studiosi, su quattro colonie solo una rimane vitale in situazioni simili, segnando il destino della barriera.
Se la temperatura dell’acqua intorno alla Florida si manterrà a livelli normali, la barriera corallina potrà contrastare lo sbiancamento e riprendere il consueto ciclo riproduttivo. I segnali sono incoraggianti, ma per averne la certezza occorre aspettare alcune settimane, decisive per la sopravvivenza dei coralli in quell’area.