Allerta zecche, dove si può essere morsi e come evitarlo

Le zecche possono anche sviluppare malattie infettive pericolose. Il direttore del reparto malattie infettive di Trento suggerisce che la prevenzione è la migliore strada

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Zecche (Foto Pixabay)

Le zecche sono degli insetti ematofagi. Il che significa che si nutrono del sangue altrui per sopravvivere. Dato che si attaccano e si inseriscono nel corpo della vittima predestinata, sono considerate dei parassiti. Le zecche si trovano in campagna, in montagna ed anche in città. La stagione che preferiscono è qualla primaverile ed estiva. che coincide con la stagione in cui gli indumenti sono più leggeri e coprono di meno il corpo. Per cui si può creare maggiore esposizione al rischio del morso della zecca. A differenza delle pulci o delle api, il morso della zecca è indolore. L’insetto rilascia un anestetico per inserirsi senza problemi sotto la pelle della sua vittima.

Ci si può accorgere della presenza di una zecca quando si nota un rigonfiamento indolore sotto pelle. A quel punto l’unica cosa da fare è di rimuovere l’insetto il prima possibile. Si può riccorrere a due soluzione. Il fai da te o il presidio ospedaliero. Nel caso in cui si opti per la rimozione in casa, si devono sterilizzare delle pinzette, fanno bene anche quelle utili per le sopracciglia. Allo stesso modo passare alcol sulla zona interessata dal rigonfiamento, in modo da stordire la zecca e renderla più docile per l’estrazione.

Zecche, come prevenire i morsi

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Zecche (Foto Pixabay)

Per estrarre la zecca si deve afferrare con la pinzetta l’animale fino in fondo, come fosse l’estrazione di un fungo, che si tira fuori dal gambo e non dal cappello. Poi rimuovere l’insetto con un movimento rotatorio. Altrimenti si rischierebbe di lasciare una parte dell’animale nella pelle, che si insinuerà ancora più nel profondo aumentando il rischio di infezione. La malattia più probabile che si può incontrare è la Tbe.

Il direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Santa Chiara di Trento Massimiliano Lanzafame, ha affermato che ultimamente sono aumentati i casi di infezione da Tbe. La malattia è curabile se presa in tempo. In caso contrario le conseguenze potrebbero anche essere gravi. Come sottolineano i medici, esiste un vaccino per la Tbe, e sarebbe il caso di diffonderlo maggiormante, specie per chi vive in campagna.

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Ciò che suggerisce Lanzafame è di effettuare “una vigile autosorveglianza per chi fa gite in montagna o in campagna. La cosa più importante in assoluto è il fattore tempo: se la zecca viene tolta entro 12 ore la probabilità di infezione cala drasticamente. Prima si toglie quindi, meglio è: dopo una gita nella natura è sempre meglio controllarsi attentamente. La seconda cosa poi è il vaccino contro la Tbe: esiste, perché non farlo?”.

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Altre raccomndazioni derivano dall’Apss:

  • camminare sui sentieri ed evitare il più possibile il contatto diretto con le piante o con l’erba;
  • vestirsi con abiti coprenti (manica lunga e pantaloni lunghi) e di colori chiari, mettere scarpe chiuse e cappello;
  • utilizzare repellenti a base di DEET sulla pelle scoperta.

L’ispezione al termine delle gite è il modo migliore di prevenire le infezioni dal morso delle zecche. Si ricorda che le zecche prediligono gli animali, ma in caso di assenza rivolgono la loro attenzione direttamente verso l’uomo, salendo anche dai pantaloni.