“Votate chi punta sulla lotta alla crisi climatica”: appello Greenpeace, Legambiente e WWF

Le azziociazioni si rivolgono agli elettori in modo chiaro ed esplicito. La lotta al cambiamento climatico ed al caro energia passa per la politica

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Voto (Foto Pixabay)

Il caro bollette, e la crisi climatica con evidenti disastri ambientali, sono cappi che si stringono sempre più al collo dei cittadini. Ed i pronostici per l’inverno non sono i più rosei. Al punto che da tutte le parti della società civile, scientifica e medica si ripete lo stesso ritornello: la politica non fa abbastanza, servono cambiamenti urgenti. Nonostante tutto questo onere sia addebitato alla politica, i cittadini, in quanto elettori, possono fare qualcosa il 25 settembre, esprimendo il proprio voto in favore dei partiti che in modo chiaro, e con progetti definiti, intendono dare una priorità alla risoluzione del problema ecologico, con annessi e connessi.

Il caro energia, che sta dissanguando letteralmente le risorse economiche degli italiani, è strettamente connesso alla dipendenza da gas e energie non rinnovabili. Questione sulla quale i governi europei stanno cercando una toppa a breve termine, introducendo gas e nucleare nella tassonomia degli investimenti green, tutt’altro che ecologici. Il progetto più funzionale è quello che studia su due binari: risolvere l’emergenza a breve termine, ed allo stesso tempo pianificare interventi strutturali e definitivi a medio termine. Cosa che la nostra politica sembra esente dal fare, nonostante le promesse del PNRR.

Legambiente: “Capire chi davvero vuole puntare sulle fonti rinnovabili”

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Voto (Foto Pixabay)

Tra greenwashing e facile populismo non è semplice capire chi davvero è intenzionato a risolvere il problema della crisi climatica, ed a ricasco, della crisi energetica. Legambiente, in un comunicato stampa del 21 settembre 2022, fa appello a tutti gli elettori, e cerca di dare consigli su come orientarsi per un voto davvero green. “La crisi climaticaspiega l’associazione –  non è un rischio futuro che si può accantonare in attesa di aver risolto tutti gli altri problemi, ma deve essere un asse portante delle politiche nazionali. In parallelo, la transizione energetica, basata sulle fonti rinnovabili, il risparmio e l’efficienza energetica, offre il set di soluzioni necessarie per affrontare anche l’emergenza energetica oggi, uscendo dalle logiche che l’hanno determinata”.

Il gas è stato al centro della campagna elettorale. Tuttavia è un’energia tutt’altro che pulita. Dai discorsi ascoltati, si sono messe sul piatto soluzioni poco praticabili e di propaganda, come quello sui pozzi di gas. Per ragioni tecniche connesse ai tempi di messa in produzione degli impianti, se mai arriverà, quel gas l’avremo tra anni. Lo stesso per i rigassificatori che di sicuro non serviranno per il prossimo inverno“.

Ed il gas alla fine sarebbe di chi lo estrae e di chi lo vende, ad un prezzo di mercato che non andrebbe ad intaccare il caro energia. Bisogna andare alla radice del problema. L’abbattimento delle emissioni di CO2 e l’incremento delle fonti rinnovabili. E solo pochi, davvero pochi, partiti ne parlano in maniera strutturata e reale. Non si esce da un problema grande come questo con una bacchetta magica, ma con politiche differenti che rimescolano buona parte del settore economico.

Legambiente conclude: “Oggi la salvaguardia del clima, la transizione energetica e l’interesse nazionale (non solo europeo) coincidono: Greenpeace, Legambiente e WWF invitano i cittadini a esigere che, prima e dopo le elezioni, questa sia la scelta da compiere”.