La siccità fa aumentare questi prezzi in tutti i supermercati

La siccità è un problema molto importante che sta avendo conseguenze non solo ambientali, ma anche sui prezzi dei prodotti nei supermercati

come la siccità incide sui prezzi
Un terreno arido (Foto Adobe)
Tra i problemi di questa bollente estate c’è la siccità. Una problematica figlia del riscaldamento globale che si sta verificando in tutto il mondo. L’assenza d’acqua sta portando a inaspettate conseguenze su tantissimi aspetti della vita quotidiana. Ad esempio, il neo sindaco di Verona non appena eletto ha firmato un’ordinanza per centellinare l’utilizzo di questo oro azzurro.
L’acqua, oltre che per le questioni di igiene, è fondamentale per l’agricoltura e l’allevamento del bestiame. Secondo i calcoli stilati infatti servono 15.415 litri che servono per realizzare un chilo di carne di manzo, ci sono 6.000 litri per un chilo di carne di maiale e 4.300 litri per un chilo di carne di pollo. E l’assenza di questa naturalmente si manifesta con l’aumento dei prezzi nei supermercati.

Come la siccità incide sui prezzi

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Un campo rovinato dalla siccità (Foto Adobe)
La siccità incide, a modo suo, tantissimo sulla spesa che quotidianamente: nelle ultime settimane i prezzi sono lievitati dal 10.8 % per la sola frutta e dell’11,8 % della verdura. Una situazione che è peggiorata a seguito alla guerra in Ucraina che colpiscono imprese e i consumatori. A riportare questo dato è la Coldiretti tramite un’analisi sui dati Istat relativi all’inflazione. Da qui si evince che c’è un aumento complessivo dell’8,8 % dei prezzi dei beni alimentari. 

L’aumento di questi prezzi, secondo la stima della Coldiretti, costerà ai consumatori della famiglie italiane oltre 8,1 miliardi di euro. Solo per la spesa alimentare, a causa anche dell’inflazione dovuta al conflitto ucraino, che colpisce maggiormente le categorie più deboli. L’aumento dei costi colpisce poi tutta la filiera agroalimentare iniziando soprattutto dalle campagne dove più di un’azienda su dieci è in una situazione critica e che presto potrebbe cessare.

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Un terzo del totale nazionale, poi, al momento è costretto a lavorare in una condizione di reddito negativo come effetto dell’aumento dei costi di produzione. In quest’ambito, poi si registrano aumenti pari al 170 % dei concimi, del 90 % dei mangimi e del 129 % per il gasolio.