Rifiuti tossici sotto l'autostrada Valdastico: la ditta trevigiana si difende

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Sono dei rifiuti tossici quelli che si trovano sotto l’autostrada Valdastico, a sud di Vicenza, l’autostrada che andrà a collegare Vicenza e Rovigo. Una vicenda che sta suscitando allarme e sulla quale indaga anche la procura antimafia. Precisamente si tratta di scarti di fonderia, i quali contengono metallo pesante pericoloso anche per la salute umana. I rifiuti infatti raggiungono i terreni e la falda acquifera e proprio in questo modo entrano a far parte della catena alimentare. Si era riscontrata una certa acidità nell’acqua dei canali, che aveva fatto sospettare.
Il ruolo della ditta trevigiana Mestrinaro
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A cura di Gianluca Rini
 
La vicenda si fa sempre più complessa, anche per il coinvolgimento, in seguito ad un esposto presentato da un avvocato a Brescia, della ditta trevigiana Mestrinaro. Nell’esposto dell’avvocato sono citati anche alcuni testimoni, i quali avrebbero visto l’arrivo di camion nella notte, che vanno a scaricare una grande quantità di materiali. Alcuni di questi camion, sempre secondo i testimoni, portano l’insegna della Mestrinaro.
 
La replica della ditta Mestrinaro
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A cura di Gianluca Rini
 
La ditta coinvolta in questo presunto traffico illecito di rifiuti tossici si difende, mediante una replica molto chiara, che arriva dai legali dell’azienda. In sostanza si afferma che la ditta ultimamente non sia stata fornitrice di materiali per i lavori che interessano l’autostrada Valdastico, quindi è impossibile un suo coinvolgimento.
 
Ecco che cosa ha detto il legale rappresentante della Mestrinaro a questo proposito:
 
Non abbiamo notizia di alcuna indagine a nostro carico per lavori relativi alla Valdastico Sud e non abbiamo negli ultimi due anni fornito materiali per quei cantieri, quindi escludiamo di poter essere chiamati a rispondere quali fornitori di materiale non conforme.
 
Una replica difensiva molto chiara quindi, che punta sul rispetto della legge e sull’esclusione da qualsiasi traffico illecito di materiali pericolosi, che si era ipotizzato e sul quale si stanno effettuando ancora delle indagini.
 
Come si spiega la mancata tutela ambientale?
 
Restano ancora quindi tanti punti oscuri da chiarire, soprattutto per quanto riguarda la mancanza di attuazione di una serie tutela ambientale, il cui impatto è difficile da calcolare, ma non è certo trascurabile.
 
L’intervento di Legambiente
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Pensare alla sostenibilità ambientale significa anche tenere conto di quanto sia importante evitare la dispersione di rifiuti pericolosi nell’ambiente, perché il tutto potrebbe avere delle conseguenze notevoli per quanto riguarda l’intero ecosistema, coinvolgendo in primo luogo anche gli uomini che dell’ecosistema stesso fanno parte.
 
Per questo sulla questione dei rifiuti tossici presso la Valdastico è intervenuta anche Legambiente. In particolare sulla vicenda ha fatto sentire il suo parere Valentina Dovigo del circolo dell’associazione ambientalista di Vicenza, la quale ha sottolineato la necessità di chiarire in maniera repentina tutte le eventuali responsabilità attribuibili in relazione ai rifiuti pericolosi.
 
L’intervento in nome della sicurezza ambientale
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Valentina Dovigo ha chiarito che si tratta di una questione di sicurezza ambientale. Ecco le sue parole:
 
Se si è verificato che nel corso dei lavori di realizzazione della Valdastico Sud in alcuni tratti sono stati usati residui ferrosi contenenti metalli pesanti con valori superiori ai limiti di legge, è necessario in primis fermare il prosieguo dei lavori e controllare a tappeto tutto il tracciato, non per una questione ideologica ma per una questione di salute dei cittadini e di sicurezza ambientale. Non conosciamo per il momento la portata del possibile inquinamento e del conseguente danno da esso provocato.
 
Della stessa opinione anche Gigi Lazzaro, il presidente regionale di Legambiente, che invita a far chiarezza sulla questione, mettendo da parte, se necessario, anche gli interessi economici. Il presidente della nota associazione ambientalista si augura che vengano effettuati subito gli adeguati controlli.
 
L’inizio della vicenda
rifiuti tossici canali
 
Tutto è cominciato durante il mese di giugno scorso, quando il cane di un uomo del luogo, dopo aver bevuto da uno dei canali scavati vicino alle costruzioni, è morto a causa di una probabile perforazione dell’intestino. Deve essere stato proprio l’alto tasso di acidità dell’acqua a provocare la fine dell’animale.
 
Gli scarti industriali fra le coltivazioni
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E non poteva essere nient’altro che scarti di lavorazione industriale sparsi fra le coltivazioni, soprattutto quelli di granoturco, con i relativi canali di irrigazione contaminati dal cromo. Di notte sono arrivati i camion a scaricare il materiale industriale, di giorno le ruspe hanno pensato a spianare il tutto.
 
Nello specifico sono state coinvolte nelle indagini la Locatelli e la Serenissima Costruzione. La prima azienda è implicata anche nel caso dei rifiuti tossici nei cantieri dell’autostrada Brebemi.
 
Da dove vengono i camion
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A quanto pare i camion che vanno a scaricare i loro scarti nei cantieri dell’autostrada Valdastico hanno delle targhe del sud, di Crotone e di Napoli e riportano le insegne di una ditta trevigiana coinvolta in un traffico di rifiuti. C’è il sospetto che alcuni portino dei rifiuti industriali da un vecchio stabilimento chimico.
 
Le indagini tuttavia hanno permesso di scoprire che nella vicenda avrebbe un ruolo di primo piano anche l’acciaieria Beltrame spa, che si trova vicino a Vicenza.