Filippine, petroliera affondata: annunciato disastro ambientale

Un naufragio disastroso ha provocato il riversarsi di 800mila litri di petrolio in mare nelle Filippine, la petroliera è affondata.

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(Foto Pixabay – Kerry Dunlop; ecoo.it)

Il disastro è avvenuto il 28 febbraio scorso, quando durante la mattinata una petroliera che trasportava 800mila litri di petrolio si è capovolta nei pressi di Naujan, nel centro dell’arcipelago filippino. La petroliera è poi affondata, riversando in mare il petrolio e provocando così l’allerta per disastro ambientale. A provocare l’incidente hanno contribuito le avverse condizioni meteo.

La nave, infatti, dal nome MT Princess Empress, si stava dirigendo a nord dell’arcipelago verso il porto di Iloilo quando è stata investiva da forti onde al largo. Si è dunque capovolta e poi è affondata, dal serbatoio hanno cominciato a fuoriuscire migliaia di litri di petrolio, che nel giro di poco tempo hanno raggiunto le coste delle Filippine.

Petroliera affondata: i cittadini si offrono volontari per ripulire le coste

E mentre alcuni si domandano quando (purtroppo o per fortuna) il petrolio finirà, l’avvenimento ha portato le autorità a dichiarare il disastro ambientale, poiché il petrolio potrebbe mettere a rischio innumerevoli specie animali e vegetali di aree protette. Per non parlare della contaminazione delle coste! A Caluya, nella provincia di Antique, è stato dichiarato lo stato di calamità e ovviamente imposto il divieto di pesca.

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(Foto Twitter – ecoo.it)

Nel frattempo migliaia di volontari si sono fatti avanti per cercare di ripulire le spiagge il più possibile. La guardia costiera ha così commentato l’intervento dei cittadini: “a parte il team di risposta alle fuoriuscite di petrolio, i residenti e altri volontari si concentrano anche sull’assicurare che tutti i detriti oliati vengano raccolti sulla spiaggia per proteggere, soprattutto i giovani, dai danni che provocano alla salute”.

Il petrolio continua a sversarsi in mare: non si trova il punto esatto dell’affondamento

Fino a quando le autorità non troveranno il punto esatto in cui è affondata la petroliera, tuttavia, il problema non si potrà risolvere. Bisognerà infatti provare a bloccare la fuoriuscita della sostanza per evitare che continui a sversarsi nel mare. Ad oggi si parla di una contaminazione che ha interessato un’area di oltre 24mila chilometri quadrati di acqua e sui social è possibile constatare l’entità del disastro attraverso i numerosi video e post pubblicati da autorità e privati cittadini.