Come riconoscere una vespa: la differenza con le api

Le belle giornate sono spesso sinonimo di picnic, barbecue e pranzi all’aperto. Anche gli insetti approfittano di queste occasioni – favorite da un sole il cui splendore domina incontrastato tra i cieli –  per svolazzare in cerca di cibo. Non si astengono da questa pratica neanche api e vespe.

Raramente ci si ferma a riflettere su come distinguere queste due specie, entrambe imenotteri, appartenenti però a famiglie diverse: l’una alle Apidae, l’altra alle Vespidae. Così simili (agli occhi dei poco esperti), così diverse (per coloro i quali le conoscono abbastanza): quando si parla di loro, solitamente, l’unico dato che emerge è la paura per le punture. Dopo aver letto il seguente articolo, questi animali non saranno più visti allo stesso modo.

Aspetto esteriore: differenza tra api e vespe

Ape e vespa come distinguerle differenze
L’ape è più piccola (circa 1,5 cm quella operaia, massimo 2 quella regina) e tozza, dal torace marrone “peloso” e dall’addome nero e giallo (Pixabay)

Come non partire dall’aspetto esteriore per avere un quadro più chiaro che consenta di riconoscerle? Sembrano esattamente uguali per dimensioni e colori, in realtà le differenza sono notevoli: l’ape è più piccola (circa 1,5 cm quella operaia, massimo 2 quella regina) e tozza, dal torace “peloso” e marrone e dall’addome nero e giallo (a volte con tonalità che danno all’arancione); la vespa ha un corpo snello e liscio – la cui lunghezza può raggiungere fino ai 3 cm – ed è provvista di una silhouette diventata un must durante l’800: il “vitino di vespa”, espressione adoperata per definire una vita dal diametro molto contenuto, fu canone di bellezza dominante per il gentil sesso durante tutto il XIX secolo. L’addome è dai colori giallo e nero brillanti, il torace nero con qualche macchia gialla. A differenza dell’ape possiede le mandibole.

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Il pungiglione della vespa è pronunciato e liscio: può entrare e uscire senza alcun problema sulla superficie in cui penetra; quello dell’ape, invece, è costituito da piccoli “uncini” ed è collegato all’apparato digerente dell’insetto (per questo, dopo aver punto, muore: il pungiglione resta ancorato alla pelle e la perdita della parte terminale dell’apparato digerente è fatale).

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Tra le vespe, solo le femmine sono provviste di quest’organo appuntito: oltre che configurarsi come un condotto, in comunicazione con un sacco velenifero usato per iniettare veleno nella preda, esso ha una funzione riproduttiva: deporre le uova delle future larve all’interno della preda.

Nel veleno vi sono sostanze tossiche: dopo una puntura la vittima manifesta dolore immediato, arrossamento, gonfiore, bruciore intenso e prurito. Nei soggetti suscettibili, una puntura di vespa può comportare un’estesa reazione infiammatoria cutanea: un rigonfiamento di oltre 10 cm di diametro, nonché nausea, vomito e difficoltà a deglutire. Nei casi più gravi si sviluppa uno shock anafilattico.

Il veleno dell’ape è più pericoloso. Occorre adottare particolari precauzioni per rimuovere il pungiglione in modo da non diffondere il sacco velenoso.

Mai fermarsi solo all’apparenza estetica: oltre l’aspetto c’è di più

Osservare il loro comportamento – e persino la loro dieta – può permettere di conoscere ulteriori elementi distintivi. La vespa si “autoinvita” più volentieri ai picnic e alle tavole imbandite. Oltre che spiccatamente aggressiva (può pungere più volte), è infatti onnivora (in particolare è attratta dalla carne e dal pesce, alimenti con le quali nutre le proprie larve).

L’ape, invece, si ciba di nettare e polline che raccoglie dai fiori. Durante i pasti consumati all’aperto, è quindi raro essere disturbati da questo insetto. Può essere attratta da bevande dolci (bibite, succhi di frutta, sciroppi, ecc…). Non è “feroce” e quindi è naturalmente meno incline a pungere della vespa: tale gesto si configura come ultima risorsa (una letterale extrema ratio: dopo aver punto infatti, come già sottolineato, muore).

La funzione dell’ape è impollinare le colture: favorisce quindi un indispensabile processo per la riproduzione delle piante che è alla base della sopravvivenza di molte specie (uomo compreso). In breve, hanno una funzione fondamentale per la vita sul Pianeta. La vespa ha natura predatoria: il suo nutrirsi di piccoli insetti risulta utile per l’equilibrio degli ecosistemi.