Vaiolo delle scimmie: vietata questa carne per frenare i contagi

In questo ultimo periodo si sente parlare spesso del vaiolo delle scimmie e di come si tenti di tenere la situazione sotto controllo, non allarmando e avendo farmaci e vaccini a disposizione. Il contagio però che è emerso, ha fatto si di riportare alla luce un serio problema al quale da anni l’Oms prova a mettere la parola fine. Si parla di vietare la vendita e il consumo di carne di animali selvatici (mammiferi di media o piccola taglia che vengono cacciati nelle foreste, nei boschi o nella savana) senza controlli sanitari.

Questo per far si che si freni il rischio di spillover, salto di specie, ovvero che tramite un processo naturale un patogeno presente negli animali si evolva, infetti, si riproduca e venga trasmesso all’essere umano. Vietare che la carne di animali selvatici venga consumata (definito bushmeat) in tutto il mondo purtroppo è rimasto un appello vano, anche se per evitare rischi di contagio un primo Paese ha deciso di vietarne l’utilizzo.

Vietare il consumo di carne selvatica per arrestare il contagio da vaiolo delle scimmie

Vaiolo delle scimmie (Foto Adobe)
Vaiolo delle scimmie (Foto Adobe)

Con un ceppo simile a quello del vaiolo, debellato in Italia negli anni ’80, i sintomi inziali del vaiolo delle scimmie possono essere simili ad una semplice influenza come dolori muscolari, febbre per poi avere gonfiore ai linfonodi, eruzioni cutanee su corpo e viso. Il contagio avviene tramite saliva, secrezioni nasali, eruzioni cutanee, lacrime o fluidi corporei, ma anche con il consumo di carne selvatica.

La Nigeria, Africa, è il primo Paese che ha vietato la vendita di carne proveniente da animali selvatici. La paura per il vaiolo delle scimmie è concreta, per questo si cerca di evitare in tutti i modi possibili che dilaghi il contagio della malattia. Da anni è endemica in alcuni Paesi del continente, ma diventata una pandemia si cerca di correre ai ripari.

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In questo paese il consumo di questa carne è ben radicato nella cultura popolare, per questo il Direttore del Centro nigeriano per il controllo malattie e il Ministro per l’Agricoltura e lo Sviluppo, hanno deciso di intervenire e fermarne il consumo.

La mortalità della malattia è molto bassa, generalmente non presentandosi in forma grave, ma il rischio che si presenti una situazione più seria è probabile, per questo bisogna prestare attenzione. Preoccupante è il recente diffondersi in molti paesi, dove non c’è un rapporto stretto tra i contagiati e i paesi a rischio. Questo ha portato sotto indagine due raduni uno avvenuto alle Canarie dove presenti più di 80mila persone e uno in Belgio. Dalle prime analisi sembrerebbe che il virus sia quello africano, non presentando mutazioni significative. Per quanto riguarda il contagio sarebbe avvenuto tramite persone infette.

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La sua diffusione allarma per questo si sta tenendo sotto controllo la questione “carne”. Infatti sembra che la malattia possa essere anche trasmessa tramite appunto carne di animali selvatici, non cotta in modo appropriato.

La Nigeria ha quindi deciso di intervenire e vietarne la vendita. Si spera in questo modo di poter inoltre proteggere i cacciatori, da eventuali morsi di animali infetti mentre si trovano a caccia e più in generale evitare del tutto contatti. In aggiunta ha stabilito una regolamentazione per tutti i luoghi dove sono presenti animali, come gli zoo, per vietare che le persone si possano avvicinare a loro.