Perché i termometri a mercurio non sono più in commercio

Quasi tutti si ricordano dei termometri a mercurio: fino a qualche anno fa, infatti,  erano gli unici utilizzati per misurare la febbre. Da poco, però, ne è stata vietata la produzione e la vendita: ma qual’è esattamente il motivo di questa decisione? 

termometri a mercurio
(Pixabay)

La misurazione della febbre con termometri a mercurio era una prassi ordinaria e forniva un risultato abbastanza preciso. In realtà, nascondeva dei retroscena piuttosto pericolosi che hanno portato alla scelta di vietarne la produzione e il commercio. Al di là dei più piccoli, quasi tutti ricordano i tempi che precedevano i termometri elettrici: ebbene, è qualche anno che in molti si chiedano perché farmacie e negozi adesso vendano esclusivamente questa variante meno esatta.

Dal 2009 l’Italia ha vietato la vendita dei termometri a mercurio. Il decreto ministeriale fu pubblicato dalla Gazzetta ufficiale il 18 ottobre dello stesso anno, rendendo valida anche su territorio italiano la direttiva europea che vietava gli strumenti di misurazione contenenti mercurio. Ecco quali sono esattamente i motivi.

Termometro a mercurio: perché dal 2009 non è più in commercio

termometri a mercurio
(Pixabay)

Il mercurio viene considerato pericoloso e dannoso per la salute. E’ un metallo pesante, e l’unico allo stato liquido a temperatura ambiente terrestre: questo lo rende molto volatile. I suoi componenti sono tossici per gli esseri umani, gli ecosistemi e la fauna selvatica. Eccessive dosi possono risultare mortali per l’uomo, minime dosi possono comunque portare gravi effetti negativi sullo sviluppo neurologico. E’ proprio questo il motivo che rende un termometro rotto un pericolo in particolar modo per bambini e donne in gravidanza.

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Ancora, gli esperti hanno trovato una correlazione tra gli effetti del mercurio e il sistema cardiovascolare, il sistema immunitario e l’apparato riproduttivo. Il mercurio è un agente inquinante che “infesta” a livello globale aria, acqua, sedimenti e suolo. Può subire dei cambiamenti nell’ambiente e trasformarsi in metilmercurio, la sua forma più tossica. E’ in grado di superare rapidamente la barriera placentare e quella cerebrale: in questo modo inibisce lo sviluppo mentale potenziale ancor prima che il neonato nasca. Ecco perché l’esposizione al mercurio di donne in età fertile e di bambini è particolarmente preoccupante.

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La stessa preoccupazione è stata riversata su tutti gli strumenti e i prodotti contenenti mercurio e metilmercurio. Presentano le stesse sostanze, bioaccumulabili e tossiche. L’intossicazione da mercurio può avvenire tramite contatto (la sostanza può penetrare oltre i tessuti cutanei), inalazione e attraverso il cibo. Quello presente nei pesci (e, un minimo nei cereali) è la fonte più grave di contaminazione. Seguono, poi, vernici, cere per pavimenti, antisettici, lucidanti per i mobili, filtri dei condizionatori.