Oasi di Sant’Alessio, l’obbiettivo è salvaguardare la biodiversità

Preservare la biodiversità come obbiettivo primario e imprescindibile, attraverso strategie ed azioni mirate: l’Oasi di Sant’Alessio ci mostra come fare

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Ocelot (Foto Pixabay) – Ecoo.it

La biodiversità o diversità biologica si concretizza con la varietà della vita sulla Terra e le sue diverse forme all’interno dei rispettivi ecosistemi, per mare e per terra. Diversità che si sviluppano all’interno della stessa specie, tra le specie e tra gli ecosistemi. Un capitale naturale di fondamentale importanza, costituito anche da acqua, aria e suolo per il corretto funzionamento degli habitat e dai servizi ecosistemici. Preservazione e implementazione devono essere primarie nelle attività di ripristino e conservazione della natura che ci circonda.

Strategie e politiche trasformative alla base del cambio di rotta che molti paesi stanno attuando per raggiungere una protezione globale della biodiversità e degli habitat naturali in modo sistemico. Un cambio di paradigma a contrasto dei cambiamenti climatici direttamente collegati e interconnessi con la perdita di biodiversità. Ridurre l’impatto sulla ricchezza naturale al fine di mitigare la complessa crisi climatica e ambientale sotto gli occhi di tutti.

L’Oasi di Sant’Alessio

Un esempio di come si può agire per la salvaguardia e la protezione ambientale è fornito dall‘Oasi di Sant’Alessio. Ci troviamo in provincia di Pavia, nella Pianura Padana, Lombardia, dove esiste e si è via via sviluppato un posto fuori dal tempo e dallo spazio. Un’area naturale sotto protezione e tutela che riesce a preservare un’eterogenea biodiversità, fatta di flora e fauna autoctone e non solo, tra le più ricche d’Italia. Il Castello di Sant’Alessio sembra vegliare su tutta la zona che conta 10 ettari di territorio e che racchiude un’importante porzione di vita naturale.

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Tartaruga leopardo (Foto Pixabay) – Ecoo.it

Si protegge e si ripopola l’intera area con l’obbiettivo straordinario di contrastare la scomparsa progressiva di alcune specie a rischio estinzione. Un Parco naturale che si fonda sull’idea di allevare in cattività le specie minacciate dall’evoluzione negativa della crisi climatica in atto da tempo. E’ infatti dal 1973 che si lavora per reintrodurre nell’ambiente naturale animali e piante nel primo centro italiano che si pone l’ambizioso obbiettivo della ricostruzione ambientale.

I risultati

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Scoiattolo rosso (Foto Pixabay) – Ecoo.it

Oggi l’Oasi di Sant’Alessio si configura come Parco naturalistico-didattico, aperto al pubblico dal 1994. L’offerta agli utenti è quella di vivere un’esperienza di totale immersione nella natura alla scoperta di miriadi di specie di uccelli, di animali selvatici e di vegetali fuori dall’ordinario. I progetti di conservazione ambientale hanno dato i loro frutti, contribuendo al ripopolamento di una fauna e di una flora autosufficiente, in cinquant’anni di attività proficua. Il contributo positivo alla salvezza di specie che altrimenti sarebbero scomparse è di esempio e speranza per tutti.