Sai perché si dice che non si dovrebbe mai essere in 13 a tavola?

In Italia sono tantissime le credenze popolari che affondano le radici nella superstizione, una di queste riguarda il sedersi in 13 a tavola.

Perché sedersi 13 tavola porta sfortuna
Ultima cena di Girolamo da Santacroce nella chiesa di San Francesco della Vigna (Foto da Adobe) – Ecoo.it

Vietato sedersi in 13 a tavola. E come mai? Questa è solo una delle centinaia di credenze popolari che fanno parte della cultura italiana e non solo. Il numero 13, in effetti, è considerato un numero sfortunato anche in altre parti del mondo, ad esempio nel Regno Unito, dove, in particolare se associato al venerdì, non è di certo un buon auspicio. In Italia, invece, questo numero diventa particolarmente preoccupante quando si parla di commensali.

In molti sono infatti convinti che sedersi in 13 a tavola possa portare sfortuna, ma qual è il motivo per cui questo apparentemente innocuo numero si è ritrovato con una così cattiva fama nel corso del tempo? Come per molte superstizioni della nostra tradizione, le radici di questa credenza vanno ricercate nella storia cristiana e in particolare in un episodio in cui sedersi a tavola in 13 ha portato a una catastrofe irreparabile.

Mai sedersi in 13 a tavola: è presagio di morte

Ebbene sì, stiamo parlando dell’Ultima Cena, in cui 12 apostoli più Gesù Cristo (quindi 13 commensali) sedettero a tavola insieme poco prima che Giuda Escariota tradisse il Nazareno. Da allora questo numero, soprattutto relativamente ai pasti condivisi e alle tavole imbandite, ha sempre conservato una fama negativa.

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Veduta di un sito Maya (Foto da Unsplash) – Ecoo.it

Anche nella tradizione norrena questo numero è considerato di malaugurio per una ragione simile alla nostra: sembra infatti che il dio Loki fosse il tredicesimo a tavola quando uccise il dio Balder. Oltre a queste vicende si può citare anche la tradizione Maya: secondo la popolazione sudamericana, infatti, il 13 era il numero associato al caos e in particolare alla fine del mondo.

Qual è la città più superstiziosa d’Italia?

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Vicolo napoletano (Foto da Unsplash) – Ecoo.it

E sebbene la superstizione abbia oggi perso in larga parte il suo potere di controllare le azioni dell’uomo, vi sono ancora molte persone convinte della necessità di rispettare alcune regole arbitrarie per evitare di incappare in anni e anni di malasorte. Lo sapevate ad esempio che si pensa che l’ortensia porti sfortuna alle spose perché questo fiore attira solitudine? In Italia la tradizione napoletana è forse quella più intrisa di superstizione: basti pensare che nella città partenopea non è raro trovare palazzi in cui il tredicesimo piano non è nemmeno indicato sul citofono, oppure incontrare persone che pensano che riporre il pane sottosopra sia cattivo presagio.