Inquinamento, nuove regole per lo stoccaggio sottomarino del diossido di carbonio

Stoccaggio sottomarino di carbonio, nuove regole
Il Dipartimento per l’Energia e il Cambiamento Climatico (DECC, Department of Energy and Climate Change) ha pubblicato nuovi dettagli sulla concessione delle licenze in favore delle attività di stoccaggio di diossido di carbonio in stazioni sottomarine, al fine di migliorare l’intervento nel settore, contribuendo a ridurre il potenziale inquinamento delle acque conseguente a tali operazioni di immagazzinamento.

Le nuove regole fanno riferimento soprattutto alle possibilità di esercizio dell’attività di stoccaggio, con previsione di regolamentazioni severe per l’ottenimento della licenza, e di norme altrettanto rigide per chi non rispetterà le linee guida diffuse dal Dipartimento, in questi giorni impegnato anche a ridefinire alcuni aspetti relativi all’esplorazione di campi di gas naturale e di greggio.
 
Il Dipartimento ha dichiarato in proposito che “l’assorbimento e lo stoccaggio del carbonio è essenziale per contenere i cambiamenti climatici e mantenere la dovuta sicurezza energetica”, ribadendo poi che vi sarebbe “sufficiente potenziale, sotto il Mare del Nord, per depositare oltre 100 anni di emissioni di diossido di carbonio dell’intero Regno Unito”.
 
Le licenze verranno concesse con differenti gradi iniziativa. Con quelle di “primo grado” sarà possibile compiere le operazioni di esplorazione off-shore, fino a profondità prestabilite (350 metri). Nel caso in cui le operazioni di esplorazione comportassero ulteriori attività (come, ad esempio, delle esplorazioni maggiormente invasive), sarà tuttavia necessaria una nuova, apposita licenza.