Inquinamento ambientale: il dramma della Maddalena, dopo il mancato G8

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La voce è quella del sostituto procuratore di Tempio Pausania, e condivide un messaggio forte e chiaro: l’inquinamento ambientale nella zona del mare della Maddalena è decisamente aumentato, passando da 7 a 12 ettari di fondali da ripulire da piombo, mercurio ed idrocarburi. Non pensate che nulla fosse stato fatto e pensato al riguardo, a meno che non supponiate che 30 milioni di euro non siano nulla.

Eppure… eppure quei 30 milioni di euro sembra abbiano fatto più male che bene, perché sembra che in realtà -paradossalmente- abbiano peggiorato la situazione, aggravando l’inquinamento del mare. Le indagini sulle acque del mare, infatti, hanno rilevato una presenza considerevole di sostanze inquinanti, come metalli pesanti ed idrocarburi. Potrebbero essere state proprio le errate misure di bonifica a portare a un aggravamento dello stato dell’ambiente e del territorio: le sostanze tossiche, infatti, potrebbero essere state sollevate per poi depositarsi sui fondali. Una politica terribile, che al posto di muoversi nella direzione della tutela ambientale ne ha prodotto l’effetto contrario: le indagini della procura sono in corso per accertare le responsabilità che hanno portato ad essere il mare della Maddalena da uno dei più spettacolari a una zona dove il mercurio arriva ad avere quantità dieci volte superiori ai limiti consentiti.
La popolazione è ignara anche dei costi che sono stati sostenuti a livello statale -ricordiamo, 30 milioni di euro!- per una bonifica che ha provveduto solo ad aumentare l’inquinamento dell’area, e a creare la necessità di una nuova bonifica -stavolta, da eseguire concretamente-. Uno scandalo che va denunciato, affinché l’indignazione popolare sia attiva nella protesta.
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