“Green Tax” in Danimarca: riguarda i voli, come

Negli ultimi anni è diventato sempre più pressante riuscire a portare a termine iniziative green e sostenibili, tanto che la Danimarca è il primo paese ad avviare una Green Tax sui voli per contrastare l’inquinamento ambientale: come funziona e quando sarà attiva.

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Cos’è la green tax, la tassa sui voli in Danimarca (Ecoo.it)

Il problema sempre più pressante del cambiamento climatico e dell’inquinamento ambientale sembra non dare tregua al nostro pianeta. Più crescono le iniziative volte a sostenere un’ideologia e una pratica direzionata verso la sostenibilità, il rispetto per l’ambiente e la presa di coscienza collettiva dei danni ambientali che la nostra Terra sta subendo, più aumenta la diffusione di politiche nazionali ed internazionali.

Tra i Paesi più attenti alla sostenibilità ci sono i Paesi scandinavi, i quali sono ormai tra gli Stati più all’avanguardia per tutto ciò che riguarda il contrasto all’inquinamento ambientale, a partire dai trasporti. L’ultimo caso riguarda la Danimarca, la quale sta avviando un percorso verso la green tax sui voli. Vediamo nel dettaglio in cosa consiste.

Quanto inquina volare

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Come funziona la green tax sui voli (Ecoo.it)

Uno dei motivi principali per cui l’inquinamento ambientale continua a crescere a dismisura è l’emissione di gas serra nell’aria, soprattutto da parte dei mezzi di trasporto. In particolar modo gli aerei sono tra i mezzi più inquinanti.

I dati riportano che volare in aereo produce circa 285 grammi di anidride carbonica per ciascun passeggero ogni chilometro, contro le emissioni dell’auto che ne produce circa 42, sempre per ogni singolo passeggero ad ogni chilometro percorso. Solitamente la media di viaggiatori per ogni singolo volo si aggira intorno alle 88 persone, dunque anche facendo un rapido calcolo le cifre di emissioni di C02 nell’aria sono impressionanti.

Soprattutto se consideriamo che in media nel mondo volano circa 26 mila aerei al giorno, di cui 1300 partono solo dall’aeroporto di Heathrow a Londra, 2500 dall’aeroporto di Atlanta negli Stati Uniti, circa 600 dall’aeroporto di Fiumicino di Roma e sui 500 voli dall’aeroporto di Milano Malpensa. Per questo motivo anche le politiche nazionali e le compagnie aeree stanno cercando di attivarsi quanto più possibile nell’ambito dell’adozione di pratiche più ecologiche. Una di queste è la green tax, con l’obiettivo di rendere i voli quanto più sostenibili possibili: vediamo come.

Green tax in Danimarca: come funziona

Prima di addentrarci nella questione della green tax, bisogna tenere presente che le tasse ambientali riguardano settori come quello dell’energia e dell’elettricità nell’ambito dei trasporti. Ciò perché le tasse colpiscono i prodotti energetici utilizzati dai mezzi di trasporto come benzina, diesel o anche in generale gas, carbone e oli combustibili che sono solitamente utilizzati come fonte di riscaldamento.

In quest’ottica, nello specifico caso della Danimarca, la green tax non è altro che una tassa che ha come obiettivo quello di consentire ai voli di limitare l’utilizzo di combustibili fossili per favorire quelli sostenibili. Lo stato danese sta ufficialmente avviando un percorso finalizzato all’attuazione della green tax da applicare ai passeggeri, in modo da raggiungere l’obiettivo dell’utilizzo dei combustibili sostenibili per la maggior parte dei voli nazionali entro il 2030.

Secondo quanto stabilito dal governo della Danimarca, la green tax verrà aggiunta al costo dei biglietti per i voli che partono dallo Stato scandinavo. La tassa verrà ufficialmente istituita nel 2025 e avrà un costo di 50 corone danesi, più o meno sui 7 euro, per ogni passeggero sui voli intraeuropei, mentre il costo sale per i voli a media distanza e a lunga distanza il cui prezzo corrisponde rispettivamente nel primo caso a 310 corone danesi, circa 42 euro, mentre nel secondo caso a 410 corone danesi, ovvero sui 55 euro.

Lo scopo della Danimarca, oltre a sensibilizzare i cittadini, passeggeri e compagnie aeree sull’inquinamento ambientale proponendo un accordo concreto, è anche quello di fare in modo che anche altri paesi europei possano seguire il suo esempio in modo da limitare le emissioni massicce di CO2 attraverso i voli.

Considerando che negli ultimi tempi i biglietti dei voli hanno già subito degli aumenti notevoli a causa dell’innalzamento dei costi del gas e dei combustibili fossili dovuti dalla guerra tra Russia e Ucraina, questa iniziativa potrebbe non essere accolta così positivamente anche dagli altri passeggeri dell’Unione Europea.