Albero di Giada, la talea in acqua è marcia: come intervenire per salvare la situazione

È possibile coltivare e far crescere una piantina di albero di Giada in acqua, grazie a una talea: ma come intervenire se questa è marcia?

Piantina albero di Giada in vaso
Piantina albero di Giada in vaso (Ecoo.it)

L’albero di Giada, ossia la Crassula ovata, è una delle piante maggiormente presenti nelle abitazioni. Si tratta di un vegetale elegante, facile da coltivare e, almeno secondo la tradizionale, capace di richiamare la fortuna e i soldi. Tra l’altro, si tratta di una pianta facilissima da moltiplicare, specie attraverso la tecnica della talea, sia in terra che in acqua.

L’albero di Giada radica velocemente, perciò dona grande soddisfazione. In tanti si cimentano nella sua riproduzione per talea, che deve seguire certi accorgimenti. In particolare, la moltiplicazione in acqua è parecchio gettonata, è veloce, facile da gestire e garantisce sempre un buon risultato. Tuttavia, occorre fare attenzione all’insorgere di alcune problematiche.

Albero di Giada: come porre rimedio al problema della talea marcia coltivata in acqua

Talea di crassula ovata
Talea di crassula ovata (Ecoo.it)

Una delle problematiche più frequenti, quando si coltiva la talea in acqua, è il marciume dello stelo. La talea può incorrere nel marciume del gambo e morire in breve tempo. È importante agire tempestivamente e salvare la situazione, ma come fare? Prima di tutto, occorre individuare i segni di marciume lungo lo stelo della talea.

Cosa bisogna osservare? In caso di marciume, si notano delle piccole aree mollicce e annerite lungo lo stelo, inoltre, si può percepire anche un cattivo odore. È l’odore della decomposizione della materia vegetale. Una talea sana è rigida, soda, carnosa e presenta una colorazione vivace. Come intervenire in caso di marciume?

Bisogna rimuovere la talea dall’acqua ed esaminare l’entità del marciume. Se possibile, è bene recidere con forbici o coltelli sterilizzati la zona degradata o scolorita, lasciando poi asciugare l’intera talea per almeno una giornata intera, mantenendola in una zona asciutta e ombreggiata. Nel giro di 24 ore, le ferite si cicatrizzano ed evitano il rischio di una diffusione di infezione.

Soluzione per una talea compromessa

Prima di proseguire con la coltivazione, bisogna assicurarsi che i tagli siano ben asciutti e guariti. Devono essere duri e cicatrizzati. Le forbici e le cesoie utilizzate devono essere obbligatoriamente sterilizzate con alcool denaturato o con candeggina diluita in acqua, altrimenti si rischia di infettare la talea con germi e batteri.

A questo punto, una volta salvata e ripristinata la talea, occorre interrarla. In un vasetto, versiamo del terriccio per piante grasse e interriamo la talea, irrigando per bene, ma senza eccedere con l’acqua, altrimenti si potrebbe dare origine al marciume, una seconda volta. La piantina si annaffia regolarmente, ma solo quando il terriccio si è asciugato. Per stimolare il vegetale, si può usare un ottimo fertilizzate naturale.

Bisogna evitare i ristagni idrici, perciò mai esagerare con la quantità di acqua, e inoltre meglio munirsi di un vaso con foro alla base e di un sottovaso, per permettere all’acqua di defluire liberamente. La talea, nel giro di poco tempo, tornerà a crescere, dando vita a una nuova piantina di Crassula ovata. La piantina si riprende perfettamente nel giro di qualche settimana.

Prevenire il marciume è importante per il benessere della pianta, il terreno deve essere drenante, ideale per le piante succulente, l’acqua deve essere somministrata nelle giuste dosi, le temperature nel quale tenere l’albero di Giada devono essere quelle idonee, ovvero superiori ai 20 gradi, poiché la pianta non tollera le temperature troppo basse.