Comportamenti virtuosi, si tenta la strada del credito sociale: incentivo o distopia?

Da Roma a Ivrea crescono le iniziative che premiano i comportamenti virtuosi dei cittadini. Quali sono i rischi associati a questo controllo sociale?

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Comportamenti virtuosi (Foto Adobe)

Una delle tematiche più difficile da affrontare per gli studiosi di materie umanistiche e sociali è tentare di cogliere, analizzare e comprendere la realtà del presente. E dove alcuni studi hanno fallito ci è riuscita una serie TV molto nota, che non solo presagiva scenari distopici dell’avvicendamento tecnologico e dell’intelligenza artificiale, ma riusciva a leggere il presente meglio di qualunque editoriale sul tema. Si parla di Black Mirror, la serie Tv inaugurata dalla BBC e poi passata nelle mani di Netflix. In questo articolo ci si riferisce particolarmente ad una puntata nella quale una ragazza per ottenere la casa dei propri sogni deve raggiungere un certo punteggio. Dato da valutazioni di ogni persona che incontra. Insomma, vengono premiati i comportamenti virtuosi come il rispetto per l’ambiente, la gentilezza – che ovviamente sconfina in falsità – la generosità etc.

E la serie mette bene in luce quali sono i rischi di questo controllo a tappeto sulla popolazione. Chi non fa parte del gioco rischia di essere emarginato e vivere un’esistenza borderline. Chi ambisce ad avere punteggi alti può incontrare distorsioni che minano la salute mentale. Ed ecco qua, arriva in Italia lo Smart Citizen Wallet, un portafogli digitale che consente ai cittadini virtuosi di accumulare crediti.

Premiare i comportamenti virtuosi, dov’è il confine?

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Comportamenti virtuosi (Foto Adobe)

Già qualche anno fa si era creato un grande scalpore intorno all’esperimento di questo tipo condotto in Cina. Il social scoring raccoglieva tutti i dati dei cittadini attribuendo loro un punteggio, che ovviamente avrebbe conseguito dei vantaggi. Quindi pagamento delle tasse, volontariato, shopping, tempo trascorso su social network e videogiochi, sensibilità ambientale, multe, sanzioni e tutto il resto, concorrono a creare il punteggio. Un “Grande Fratello” sull’etica del vivere sociale. E non poche polemiche sono fioccate.

Come si sa la strada dalla Cina all’Italia è lunga, ma non più così tanto. Ne è dimostrazione il fatto che è arrivato anche qui il punteggio per i cittadini virtuosi. Privacy Network, associazione in difesa dei diritti digitali, ha lanciato una petizione su Change.org per protestare contro l’introduzione di questi sistemi. Commenta nella petizione: “A Roma è stato presentato lo Smart Citizen Wallet. Un sistema incentivante che consente di premiare i comportamenti virtuosi dei city user che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di uno sviluppo sostenibile”.

E non è l’unico caso: a Bologna si sta pensando si introdurre “un sistema premiante per i cittadini virtuosi che potranno avere punteggi in base alle azioni di tutti i giorni: dall’utilizzo del trasporto pubblico fino all corretto conferimento della differenziata, tutto sarà valutato e attraverso un calcolo farà accumulare dei vantaggi al cittadino.

Può sembrare un modo per incentivare comportamenti virtuosi sull’ecologia ed il vivere comune. Ma si sottovalutano le possibili implicazioni negative di questo sistema. Senza guardare troppo lontano, ovvero senza replicare le distopie futuribili, basta osservare il presente per notare le distorsioni del sistema. Innanzitutto, a parere di chi scrive – i cittadini vengono trattati in questo modo poco più che l’asino con il bastone e la carota. Il comportamento virtuoso non nasce da una consapevolezza interiore e da un’educazione esteriore di cui anche le istituzioni sono responsabili, ma dall’eventuale premio che si può raccogliere.

Che tipo di considerazione mostra questo progetto dall’alto nei confronti dei cittadini? E per non elencare troppi possibili effetti negativi basta aggiungere la questione del trattamento dei dati personali e del controllo tramite dispositivi elettronici. Che per valutare i comportamenti deve necessariamente osservarli e valutarli. E davvero la strada giusta o semplicemente un altro modo per allontanare ancora di più cittadini ed istituzioni?