Cani anziani: c’è il forte rischio di questa malattia

È uno studio specifico a porre l’accento su un problema assai preoccupante e che riguarda i cani anziani interessati da una specifica situazione. Di che cosa si tratta

Un cane non più giovane durante il riposo
Un cane non più giovane durante il riposo (Foto Pixabay)

Cani anziani, il loro stato di salute generale è notoriamente più esposto a patologie anche gravi rispetto ad esemplari che, al contrario, hanno solamente qualche anno di vita. I cani anziani necessitano di cure e di attenzioni continue, allo scopo di potere scongiurare proprio il pericolo della comparsa di una o di più patologie anche di grave entità. La tarda età nei cani anziani comincia in media dopo i dieci anni. E ci sono degli studi approfonditi e dedicati a questo aspetto che hanno portato all’emergere di una criticità alquanto diffusa.

Si tratta della comparsa di un marcato problema di carattere neurodegenerativo, per il quale il cervello dei cani anziani non riesce più a funzionare come dovrebbe. Purtroppo tale situazioni è possibile una volta che il quattrozampe supera il decennio di vita. Età che, se trasposta al periodo umano, corrisponde grossomodo a dopo i settant’anni per un uomo. È chiaro che più si invecchia e più il fisico si indebolisce e tende a subire degli attacchi forti o dei segnali “di usura”. La stessa cosa avviene anche con il cervello.

Cani anziani, qual è il pericolo che corrono dopo una certa età

Un Goldern Retriever in età avanzata
Un Goldern Retriever in età avanzata (Foto Pixabay)

Un cane che supera il decimo anno di età, in base a quanto svelato da alcune osservazioni approfondite, corre il rischio di incappare la cosiddetta Disfunzione Cognitiva Canina, malattia per l’appunto neurodegenerativa nota anche come CCD. In base a quanto riscontrato, dopo un decennio di vita ogni anno che passa espone il cane sempre di più alla brutta possibilità di incorrere in questa condizione di demenza.

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I suoi segnali sono rappresentati da comportamenti strani, che possiamo ricondurre a deficit della memora ed anche ad una lentezza dei movimenti. A farlo sapere sono alcuni ricercatori dell’Università di Washington, negli Stati Uniti, con i loro risultati che hanno trovato pubblicazione sulla rivista specializzata di settore “Scientific Reports”. I rilevamento hanno coinvolti oltre 15mila cani, osservati nell’arco di tempo di un biennio. Più un cane invecchia e più delle malattie neurodegenerative hanno la possibilità di manifestarsi.