Ambiente: spadare illegali sui pescherecci italiani

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L’ambiente è in pericolo ma i pescherecci italiani non lo vogliono capire. Usare le spadare, diventate illegali e bandite dall’UE già dal 2002, può provocare seri danni all’ecosistema marino e comportare la cattura accidentale di esemplari di specie protette come la tartaruga marina, il delfino, lo squalo e la balena. Dal 2004 sono stati intercettati in Italia circa 300 pescherecci che montano questo tipo di rete, rea di minacciare gli habitat acquatici e gli animali marini che li abitano. Perchè infrangere la legge? Vediamo dove trovare i casi più eclatanti.

Questa pratica tutt’altro che positiva è stata denunciata da Legambiente, LAV e Marevivo in un dossier che mette in evidenza alcuni dei casi segnalati. In un Comune italiano, quello di Aci Trezza, addirittura utilizzare le spadare è tradizione: ogni giugno dell’anno si organizza infatti la “Sagra del Pescespada di San Giovanni” che, per la pesca, necessita delle storiche spadare trezzote.
 
Le associazioni ambientaliste ed animaliste sopra citate fanno sapere che ”in Italia il problema è aggravato dalla mancata applicazione di sanzioni efficaci che non consente di intensificare le misure repressive, a cui si aggiungono gli atteggiamenti di tolleranza, al confine con la compiacenza che spesso si riscontrano da parte delle autorità italiane”. E l’Italia, oltre alle sanzioni previste per aver infranto le leggi in maniera perpetua, dovrà pure riconsegnare all’Unione Europea i circa 7,7 miliardi di euro elargiti per la riconversione a metodi di pesca a rete meno distruttivi (alla quale non hanno tral’altro aderito circa un centinaio di pescherecci).
 
E’ giunta davvero l’ora di finirla di pensare solo al business e cominciare a salvaguardare in maniera concreta la ricchezza delle nostre aree marine protette. Voi cosa ne pensate?