Vespa velutina: sempre più numerosa in Italia. Perché rappresenta un pericolo

La vespa velutina da una parte aiuta l’ecosistema naturale, dall’altra può essergli molto nocivo. È stata avvistata diverse volte

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Vespe (Foto da Pixabay) – Ecoo.it

L’aumento di insetti volatili che in passato non c’erano, e che dunque sono in grado di alterare l’ecosistema, è sempre maggiore. In particolare alcune vespe, che sono delle varietà di calabrone. Su tutte la vespa orientalis e la vespa velutina, chiamata anche il calabrone dalle zampe gialle, è stata avvistata in diverse località italiane. In particolare in Liguria ed Emilia Romagna. L’origine è del sud est asiatico, dunque India, Indocina, Cina ed Isola di Giava. Solo che già da diversi secoli, con i movimenti coloniali, è arrivata in Spagna e Portogallo, ed anche in Francia.

Ed ora sta scendendo più a Sud per raggiungere l’Italia. Due focolai di vespa velutina sono stati rinvenuti in Liguria e Toscana lo scorso anno. Come è ovvio, è tra la primavera e l’estate che questi insetti danno il meglio del loro lavoro. La presenza di questi insetti non indigeni potrebbe alterare la biodiversità in maniera radicale, e non necessariamente positiva.

Vespa velutina, perché è pericolosa

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Nido (Foto da Pixabay) – Ecoo.it

Innanzitutto, come le altre specie di calabroni, può pungere l’uomo e provocare delle reazioni cutanee con diversi livelli di entità, a seconda della quantità di veleno e del soggetto, se allergico o meno. In realtà il rischio maggiore ce l’hanno le api, insetti molto utili e necessari al nostro ecosistema. Difatti, se da una parte la vespa velutina aiuta cibandosi di parassiti dannosi, dall’altra ha tra le prede principali le api. Che già di loro sono a rischio a causa dei cambiamenti climatici. Le api sono considerate il perno della biodiversità.

La diffusione e le conseguenze

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Vespe (Foto da Pixabay) – Ecoo.it

Dunque diverse associazioni si stanno organizzando per sventare i pericoli legati alla massiccia presenza di vespa velutina in Italia. Purtroppo essa, come anche la vespa orientalis, ormai è arrivata. Quello che si può fare è contenerne la diffusione ed evitare la presenza di focolai che incidono in maniera fortemente negativa. Essa fa parte delle specie cosiddette aliene che minacciano l’integrità dell’ecosistema marittimo, con tutta la sua flora e fauna collegati.