Trekking urbano per vivere Milano: 5 percorsi imperdibili

Cinque percorsi di trekking urbano a Milano: vedrete la capitale della moda e dell’industria in altro modo.

Trekking urbano a Milano
Trekking urbano a Milano (Ecoo.it)

Milano è la città più importante del Nord Italia e viene considerata la capitale della moda e dell’industria non solo nel nostro Paese, ma anche all’estero. Spesso, quando parliamo del capoluogo meneghino abbiamo negli occhi ben visibili il caos della mobilità cittadina, della frenesia della quotidianità lavorativa.

Ma Milano negli ultimi anni ha sviluppato degli aspetti che la rendono anche la capitale italiana della mobilità sostenibile. Tra questi, ci sono dei percorsi di trekking urbano, che conquistano sempre più turisti e residenti, alla ricerca di un lato inedito della città.

Percorsi di trekking urbano a Milano

Di recente, è arrivato l’annuncio del sindaco, Giuseppe Sala, che vuole creare a Milano delle nuove zone a traffico limitato o persino senza auto. Nel centro della città, a partire dal 2024, sono previste dunque zone pedonali, con nuovi divieti di accesso. Questo – affiancato a nuove iniziative ecosostenibili – favorirà sicuramente percorsi di trekking urbano.

Inoltre, va sottolineato come Milano sia anche tra i primi posti in Italia in quanto a smaltimento dei rifiuti, con un importante rete di isole ecologiche e non solo. Entriamo ora nei dettagli dei percorsi di trekking urbano più interessanti nel capoluogo meneghino.

Passeggiare lungo il Naviglio Martesana

naviglio martesana
Naviglio Martesana (Ecoo.it)

Il percorso che costeggia il Naviglio Martesana, che collega Milano con l’Adda, parte da viale Monza in direzione Crescenzago e gli amanti del trekking urbano non potranno fare altro che ammirare un lato che i più non conoscono della città. Primo punto di riferimento è il ponte di Viale Monza, che venne costruito meno di due secoli fa dal progettista Carlo Caimi: questa struttura è diventata un simbolo per tutta la zona.

Successivamente, prendiamo via Petrocchi, contrassegnata da giardini e ville dell’Ottocento, per poi arrivare a via Bertelli. Ci immergiamo così nel verde del Naviglio Martesana, uno dei polmoni puliti della città, fino alla Cascina, che è un punto di riferimento per tante generazioni della zona. L’ultima tappa è l’Anfiteatro della Martesana, una struttura moderna che dà anche spazio alle comunità latine della città, con musica e ballo.

Da Piazza Duomo alla Montagnetta di San Siro

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Il duomo di Milano (Ecoo.it)

Un’escursione che è diventata di tendenza negli ultimi anni è quella che attraversa il Sentiero CAI 101, nota anche come “Milano in Cima”. L’escursione parte da Piazza Duomo, luogo simbolo per antonomasia della città, per giungere alla cosiddetta Montagnetta di San Siro, ovvero il suggestivo Monte Stella. Particolare caratteristica di questo percorso di trekking urbano sono i segnavia bianchi e rossi, come quelli che si trovano in montagna.

Questo percorso attraversa alcune delle attrazioni del Centro Storico, che qualunque visitatore non può fare a meno di vedere: la storica via Dante, il Castello Sforzesco e Parco Sempione, innanzitutto. Successivamente, dalla storia della città, si passa alla sua modernità, attraversando quartieri di ben più recente costruzione, fino appunto alla Montagnetta.

Il Percorso Cova

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Vista del quartiere San Siro (Ecoo.it)

Una volta giunti al Monte Stella, è molto interessante e sicuramente non noto a tutti il cosiddetto Percorso Cova, dieci chilometri su ghiaia e sterrato, ideale sia per il trekking che per gli amanti del jogging, ma anche per chi intenda allenarsi lungo quelle strade, caratterizzate da tanti sali e scendi. Per chi non sapesse, si tratta in realtà di una collina artificiale formata da detriti dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.

Dopo il conflitto, Agostino Giambelli progettò questa altura artificiale, realizzata dall’architetto Piero Bottoni, il quale scelse di dedicare questo vero e proprio monumento – a ricordo del dramma della guerra – alla moglie Elsa Stella. All’interno oggi si sviluppa un parco di 370.000 metri quadrati con boschi, prati e una strada panoramica.

Sempre al suo interno, nasce appunto il Percorso Cova: questo anello ormai meta di centinaia di persone al giorno venne sviluppato da Alberto Cova, medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Los Angeles del 1984 e mezzofondista tra i più noti del panorama dell’atletica italiana. Anche dopo il suo ritiro, il campione pare abbia continuato ad allenarsi nella zona.

In direzione Chiaravalle partendo da Via Ripamonti

Chiaravalle
Chiaravalle (Ecoo.it)

Nel Municipio 5 della città, tutta spostata a Sud, si trova una vera e propria città nella città: parliamo del quartiere di Chiaravalle Milanese, che di fatto è ancora fuori Milano, in quanto tutto intorno resta circondato da campagne. Il nome lo deve all’Abbazia di Chiaravalle, un complesso monastico che ha una struttura incantevole e che rappresenta il carattere rurale della città di Milano.

Si giunge a Chiaravalle, che resta comunque ben collegato dai mezzi pubblici, attraverso una passeggiata di circa un’ora e mezza tra le campagne, partendo da Via Ripamonti. Il verde delle campagne è spezzato da tante antiche masserie ristrutturate, fino al viale che conduce all’abbazia dove si trova un’antica bottega di monaci, dove fermarsi e fare acquisti.

Alla scoperta del quartiere di Porta Romana

Porta Romana
Porta Romana (Ecoo.it)

Un ultimo percorso di trekking urbano alla scoperta dei lati più inediti di Milano non può non passare da Porta Romana, in passato la porta d’ingresso principale della città. Nonostante sia stata costruita sul modello delle antiche porte romane, questa porta venne realizzata solo nel 1598 in onore di Margherita d’Austria, futura sposa di Filippo III di Spagna.

Insieme con l’Arco della Pace e Porta Venezia, costituisce ancora oggi uno degli ingressi più importanti al cuore pulsante e più storico della città. Nel nostro percorso di trekking all’interno di uno dei quartieri storici della città, non può mancare un passaggio al “Palazzo del Diavolo,” o Palazzo Acerbi. Qui la leggenda vuole che durante la peste il Marchese Ludovico Acerbi tenesse delle feste, ma senza che nessuno si contagiasse.