Statua della Libertà e cambiamento climatico: cosa accade sul web e perchè sono informazioni errate

Che il cambiamento climatico stia modificando il nostro pianeta è ormai appurato da numerosi studi, eppure gira sul web una notizia che riguarda la Statua della libertà e l’innalzamento del livello del mare: vediamo di cosa si tratta e qual è la verità.

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Statua della Libertà e cambiamento climatico: qual è la verità? (Ecoo.it)

Il tema del cambiamento climatico negli ultimi anni è sempre più gettonato, sia da un punto di vista politico, sociale e economico che dal un punto di vista mediatico, soprattutto sul web e sui social. In quest’ultimo caso, però, si susseguono spesso una serie di notizie la cui veridicità richiede sempre una verifica sul campo, con dati, prove e fatti alla mano.

Come nella maggior parte degli argomenti, infatti, partono le fazioni e gli schieramenti da un lato o dall’altro. Nel caso del cambiamento climatico, e del conseguente riscaldamento globale così come lo scioglimento dei ghiacciai, il tema è abbastanza spinoso in quanto gli studi e le ricerche scientifiche evidenziano come il pianeta stia subendo un escalation di metamorfosi sotto i nostri occhi.

In questi ultimi giorni, però, è diventato virale uno scatto che vedrebbe a confronto le due versioni della Statua della Libertà di New York a distanza di un secolo. E’ bastato mettere in evidenza un particolare per aprire un dibattito sulla verità dei cambiamenti climatici: di seguito, di cosa si tratta e cosa ci dice la scienza.

E’ una bufala la notizia sulla Statua della libertà?

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Statua della Libertà un secolo dopo: la verità sull’innalzamento del mare (Ecoo.it)

Setacciare le notizie che popolano il web e i social ogni giorno è un lavoro abbastanza faticoso, soprattutto perché riuscire a districarsi tra la verità e la finzione è sempre più difficile. La notizia che riguarda la Statua della Libertà statunitense ne è la prova. Sta facendo il giro dei social un confronto tra la Statua della Libertà fotografata nel 1893 e uno scatto dello stesso monumento a distanza di un secolo, quindi nel 2023.

Nei due scatti in effetti si può notare come non ci sia alcuna differenza eclatante, soprattutto per quanto riguarda l’innalzamento del mare. Infatti, sotto il collage di foto, la didascalia recita di come non è vero che gli oceani si sono innalzati e che, dunque, il cambiamento climatico non esiste.

A riprova di questa dichiarazione, in realtà, sono intervenuti direttamente gli studiosi della Woods Hole Oceanographic Institution, i quali hanno specificato come la correlazione tra le due foto non mette in conto i cicli delle maree, le quali rimbalzano vicendevolmente in diverse zone del pianeta.

Inoltre, come i ricercatori e gli esperti hanno più volte sottolineato, i dati degli studi sul cambiamento globale riguardano soprattutto le previsioni per il futuro del pianeta. Una prova ne è la sostenibilità, la cui azione è volta alla sensibilità e alla cura verso l’ambiente e gli ecosistemi per evitare che i numeri che ora appaiono insignificanti possano aumentare con conseguenze irreversibili.

Nel caso specifico della Statua della Libertà, la NOOA, ovvero la National Oceanic and Atmospheric Administration, ha messo in evidenza con uno studio dello scorso anno come l’innalzamento del livello del mare nella parte più bassa di Manhattan sia stato di 2,9 millimetri all’anno, calcolando così approssimativamente circa 30 centimetri in un secolo. A ulteriore testimonianza di questi numeri, ci sono stati in passato anche altri studi scientifici che hanno spiegato questo fenomeno: vediamo quali sono.

Cosa dice la scienza sui siti UNESCO

Nel corso degli ultimi anni le ricerche e gli studi sul cambiamento climatico non hanno mai smesso di osservare come il nostro pianeta stia affrontando delle grosse trasformazioni, con tanto di dati, numeri e prove alla mano. Uno di questi studi è stato condotto dall’Università di Innsbruck, in Austria, e pubblicato su ScienceDaily nel 2014, dunque quasi dieci anni fa.

Già all’epoca gli studiosi avevano registrato una tendenza dell’innalzamento dei mari con conseguenze negative sui patrimoni culturali UNESCO. Tra questi era elencata anche la Statua della Libertà di New York, che ricordiamo è alta circa 93 metri se si considera il piedistallo. Secondo il professore e autore dello studio, Ben Marzeion, l’aumento del livello del mare è un processo in ogni caso abbastanza lento, tanto che per vedere verificarsi una totale sommersione dei siti Unesco possono trascorrere anche due millenni.

I patrimoni interessati, oltre alla Statua della Libertà, sono anche quelli del continente asiatico in Cina, Vietnam, Indonesia e Bangladesh. Per questo motivo, le due immagini a confronto della Statua della Libertà, peccano in realtà di un vizio di dati, circostanze ed eventi attribuibili al cambiamento progressivo del clima nel corso di secoli e millenni. A dimostrarlo sono anche i dati più recenti che avvallano questa tesi.

Cosa dice la scienza sul cambiamento climatico

Un’analisi condotta e pubblicata lo scorso anno su Infodata del Sole24ore è infatti tornata sul tema dell’innalzamento del livello dei mari indagando dal 1992 fino ai giorni nostri. Nel corso di questi 30 anni è stato registrato un aumento del livello medio del mare, in senso globale, di 10 centimetri.

Se invece si va ancora più a ritroso nel tempo, almeno 140 anni fa, gli scienziati hanno mostrato come l’innalzamento del mare, sempre a livello mondiale, abbia raggiunto cifre che vanno dai 21 ai 24 centimetri. Inoltre, il riscaldamento globale sta avanzando in maniera sempre più preponderante, dunque questo influisce anche sull’aumento del livello del mare tanto che nel corso del secolo precedente i dati viaggiavano su circa 1,5 millimetri all’anno, ma dagli anni ‘90 ad oggi è aumentato a 2,5 millimetri l’anno.

Considerando non il caso specifico della zona statunitense che ospita la Statua della libertà ma l’andamento globale e generali, i numeri hanno subito un exploit negli ultimi dieci anni con un tasso di circa 3,9 millimetri all’anno. Se gli scatti della Statua della Libertà sono stati utilizzati come metro di paragone e testimonianza del cambiamento climatico, la spiegazione scientifica non può essere di certo ignorata.