Sostenibilità, l’Italia potrebbe ‘copiare’ da altri Paesi

In Europa Paesi che hanno iniziato a sviluppare prima una coscienza ecologica si trovano in mano soluzioni sostenibili più rapide ed efficienti

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Sostenibilità (Foto Unsplash)

Non è una questione di esterofilia o di nazionalismo. Osservare con interesse e curiosità le soluzioni ai problemi ecologici che altri Paesi sono riusciti a portare a compimento può essere un passo avanti in direzione della sostenibilità. Il PNRR ha introdotto piani di intervento in direzione ambientalista che se non vengono messi in pratica rapidamente rischiano di rimanere una lista delle buone intenzioni da esibire all’occorrenza. Per il momento la questione delle emissioni, dei rifiuti, della siccità, dei roghi, in Italia è una questione ancora aperta e tangibile più che mai.

Anche se il problema è macroscopico, piccole realtà locali potrebbero autorganizzarsi in direzione virtuosa in base alle specificità territoriali. Perché uno dei problemi della transizione ecologica su scala nazionale è che ogni ente locale porta con sé delle problematiche specifiche. Esempi pregevoli esistono anche in Italia, purtroppo principalmente in piccoli comuni. Le grandi metropoli faticano a tenere il passo. IL comune di Misano Adriatico ha introdotto un progetto dal titolo “Meno è meglio”, che riguarda i bicchieri monouso. L’idea è di sostituirli con bicchieri di silicone, che sono sicuri a contatto con gli alimenti, ed una App consente di verificare quante volte sono stati utilizzati negli esercizi commerciali. Per il momento solo sei negozi hanno aderito all’iniziativa, ma le potenzialità sono interessanti.

Sostenibilità, gli esempi europei

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Sostenibilità (Foto Unsplash)

Uno dei problemi principali della gestione dei rifiuti è la lontananza con l’idea di una reale economia circolare. Il riuso ed il riciclo consentirebbe non solo di limitare le emissioni di Co2 che derivano dalle discariche, ma anche di riutilizzare materiali che come stiamo sperimentando, provengono da materie prime sempre più difficili da trovare. Ad esempio, in Olanda dal 2024 il divieto di plastica usa e getta si estenderà a tutti i luoghi di lavoro, festival e settore terziario. In Italia, su ricezione di una direttiva europea, è vietata dall’inizio dell’anno la produzione di plastica monouso, sostituendola con la biodegradabile. Tuttavia sempre più esperti stanno dimostrando che l’usa e getta, anche se biodegradabile, non è una soluzione perseguibile a lungo.

In Spagna la Camera ha approvatolo scorso anno un progetto di legge per rendere il riutilizzo più conveniente del monouso. Questo prevederà per esempio l’obbligo, per i rivenditori con superficie pari o superiore a 400 metri quadri, di destinare almeno il 20 per cento di quest’ultima alla vendita di prodotti sfusi o con imballaggi riutilizzabili.

Anche sul settore trasporti, annoso problema in Italia, si può prendere esempio dall’estero. In Germania e Lussemburgo, sono state fatte iniziative governative per abbattere l’utilizzo di mezzi di trasporto privati. Nel Lussemburgo i mezzi pubblici sono gratuiti, mentre in Germania l’abbonamento mensile ha un costo calmierato accessibile a tutti di 9 euro. Questi piccoli esempi possono sembrare legati a realtà differenti e difficilmente applicabili in Italia. Tuttavia è l’idea di fondo che dovrebbe suscitare interesse. I problemi verso una reale sostenibilità della gestione pubblica sono troppi per non cercare di trovare soluzioni rapide ed efficaci.