Quando i serpenti fanno la muta, ovvero cambiano pelle, sono più vulnerabili, e quindi costretti a nascondersi in luoghi sicuri e protetti

Tutte le religioni e le culture ancestrali danno una connotazione ai serpenti. Negativa o positiva che sia, l’esistenza del serpente non viene ignorata. Questo per molte caratteristiche specifiche del rettile, che lo rende unico nel suo genere. A partire dalla sua pericolosità attraverso il veleno, per arrivare al modo in cui si muove, silenzioso e dinoccolato, capace di arrivare dappertutto in maniera inaspettata. La religione cattolica colloca il serpente nel simbolo della tentazione e manipolazione. La religione degli antichi Egizi invece lo idolatrava come un Dio. L’induismo lo considera divinità. Un’altra caratteristica che attribuisce al serpente tale valore simbolico è la sua capacità di cambiare pelle. Nella cultura umana la muta, processo che si chiama ecdisi, acquisisce il simbolo della rinascita e del cambiamento.
Questo perché il fenomeno dell’ecdisi del serpente è da sempre stato accolto con curiosità. Gli esseri umani ritrovavano la muta dei serpenti per i boschi o nei giardini tutta intera, con il suo manto precedente. E questo fenomeno si può definire unico in natura.
Serpenti, dove fanno la muta

La muta dei serpenti è un processo rapido e lento allo stesso tempo. Lo scopo è di riuscire a crescere. Infatti la pelle dei serpenti è rigida, e non possiede l’elasticità tale da consentire l’allungamento del rettile. Le fasi dell’ecdisi durano circa due settimane, e la frequenza annuale della muta dipende molto dall’età e dallo stato di salute del rettile. I più giovani cambiano pelle più frequentemente. La singolarità dell’ecdisi dei serpenti è nel fatto che espellono la vecchia pelle tutta in una volta, e non perdendo scaglie poco alla volta come le lucertole. Tuttavia prima di uscire dalla vecchia pelle si rigenera lo strato di pelle nuova sotto. Nella fase dell’ecdisi cambia la fisionomia dei serpenti. Gli occhi diventano di un colore bluastro.
Leggi anche: Pesci tropicali si spostano nell’Atlantico e non è una buona notizia
La fase della muta, che dura al massimo un paio di settimane, è un momento molto delicato per i serpenti. Li rende vulnerabili, e li costringe a rimanere nascosti. Solitamente i rettili si nascondono in anfratti o cavità. Smettono quasi totalmente di mangiare e li si può notare strofinarsi su oggetti ruvidi, per favorire il distacco della pelle ormai superflua.
Leggi anche: Una lettiera così stretta fa male al gatto: attenzione
Durante la muta oltre agli occhi bluastri ed il colore opalescente, iniziano a sviluppare dei feromoni, essenziali per la fase riproduttiva che segue il cambio pelle. Questi fermoni sono la base della comunicazione per far capire che il momento dell’accoppiamento è al massimo del suo vigore.