Riforma trasporti, secondo Greenpeace si risparmierebbero soldi ed emissioni

Greepeace chiede al prossimo Governo in carica di attuare misure di contenimento delle emissioni grazie ad una riforma dei trasporti

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Trasporti (Foto Adobe)

Il settore trasporti, in particolare quello privato o commerciale, è tra i principali responsabili dell’inquinamento e della conseguente crisi climatica. Questo ormai è dato assodato. Parallelamente, l’Italia è ancora un Paese con troppe auto pro capite all’interno dell’Unione europea. Questo in parte a causa di una cultura massificata del mezzo di trasporto privato come status quo, ed in parte per la penuria di alternative valide. Nei Paesi maggiormente serviti da trasporto pubblico sopra e sotto terra, l’utilizzo del veicolo privato è decisamente ridotto. Iniziative come quella tedesca degli scorsi mesi, con il prezzo dell’abbonamento a soli 9 euro, ha mostrato come ridurre il costo dei trasporti sia incentivo per lasciare a casa la propria auto.

Da quanto emerge da un rapporto di Greenpeace, la nuova analisi di Greenpeace Central and Eastern Europe (CEE), prende in considerazione nuove misure per riformare il settore trasporti in Italia. La promozione di un “biglietto climatico” più economico per treni e trasporto pubblico (ispirato al successo del biglietto a 9 euro introdotto quest’estate in Germania), il divieto dei voli a corto raggio, politiche per lo smart working, limiti di velocità più bassi, investimenti nella mobilità condivisa, ciclistica e pedonale e la conversione del trasporto merci da strada a ferrovia.

Greenpeace, l’appello al Governo per riformare il settore trasporti. Il risparmio per i cittadini

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Trasporti (Foto Adobe)

Le misure suddette, da quanto emerge dall’analisi dell’associazione, farebbero risparmiare all’Unione europea tante emissioni di gas serra quante quelle prodotte da 120 milioni di auto con motore a scoppio, e farebbero risparmiare ai consumatori europei fino a 63 miliardi di euro all’anno sul carburante.

Federico Spadini, campagna trasporti di Greenpeace Italia, spiega: “Il nostro sistema dei trasporti così dipendente dal petrolio grava sui bilanci di molte famiglie, alimentando al contempo la crisi energetica, l’emergenza climatica e guerre come quella in Ucraina”.

“Per proteggere le persone e il clima, dobbiamo iniziare da subito a risparmiare energia, a partire dal settore dei trasporti. I governi europei devono investire su un sistema di mobilità equo ed efficiente che non dipenda più dai combustibili fossili, potenziando il trasporto pubblico e garantendo prezzi accessibili”. Inoltre Greenpeace ha fatto ricorso al TAR contro gli incentivi sulle auto a benzina e diesel.