Rapporto dell’IPCC, cosa non torna nei modelli climatici

Il rapporto dell’IPCC per la valutazione dei cambiamenti climatici, mostra delle anomalie rispetto ai modelli climatici utilizzati: andiamo a vedere cosa non quadra e perché

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Temperature clima (Foto Pixabay) – Ecoo.it

Il riscaldamento globale del Pianeta ha portato alla crisi climatica con stravolgimenti in ogni regione del mondo. L’aumento delle temperature medie globali si sta concretizzando attraverso lo scioglimento dei ghiacci perenni e il conseguente l’innalzamento del livello degli oceani. In altre aree si registrano siccità estrema o eventi metereologici fuori controllo come cicloni e alluvioni. Gli stravolgimenti climatici impattano negativamente su ogni tipologia di ecosistema naturale.

Le autorità internazionali monitorano la situazione climatica attraverso la valutazione dei cambiamenti inerenti al clima globale, allo scopo di fornire una visione più chiara e scientificamente valida dello stato attuale dell’impatto ambientale e socio-economico. Esaminando e valutando le recenti informazioni scientifiche si è poi in grado di comprendere al meglio le dinamiche relative agli stravolgimenti in atto sul nostro Pianeta. In questo modo si studia il climate change con tutte le sue implicazioni e si stilano strategie e tecniche di contrasto.

L’IPCC

L’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) è un organismo internazionale, con il compito di raccogliere i dati emersi dalle ricerche scientifiche di tutto il mondo e di studiarli, per ottenere soluzioni alternative a contrasto. Ci sono voluti molti anni per arrivare ad avere un’organizzazione mondiale che si occupasse nello specifico di clima e cambiamenti, ma alla fine l’alleanza tra scienziati si è concretizzata e ha dato vita ad un importante e fondamentale collaborazione sovranazionale. In pratica l’organo dell’IPCC sintetizza le informazioni emerse dagli studi degli enti scientifici preposti, rielaborandoli in modelli di previsioni.

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Climate change (Foto Pixabay)

Questi modelli però vanno in sovrastima rispetto all‘aumento reale delle temperature. Lo afferma un professore di Fisica, Howard Haiden, dell’Università del Connecticut, che parla di contraddizioni presenti nell’ultimo rapporto dell’IPCC a proposito proprio di alcuni aspetti della fisica fondamentali. In sostanza il professore spiega che, nei modelli presentati nel bilancio delle temperature annuali per il 2023, non viene presa con la dovuta considerazione la legge di conservazione dell’energia.

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Le leggi della fisica

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Termometro (Foto Pixabay) – Ecoo.it

Il fisico americano sostiene dunque che i calcoli dell’IPCC sull’effetto serra non soddisfino i criteri della fisica elementare. In particolar modo i grafici sul bilancio termico, presenti nel VI rapporto, sono privi del dato relativo alla fisica ed affrontano lo studio del clima in modo incompleto. Le previsioni rispetto al clima futuro non tengono conto delle leggi della fisica e ipotizzano un non meglio identificato “effetto a valanga” secondo il quale più aumenta la CO2 nell’atmosfera più aumenta la temperatura che, a sua volta, fa aumentare l’emissione di CO2 presente negli oceani in un circolo vizioso infinito. Ma questo non può accadere e la spiegazione è nelle leggi della fisica.