Il ragno violino non è il più pericoloso in Italia: di lei dobbiamo avere paura

In Italia, la notizia della morte di un commerciante morso da un ragno violino ha scatenato la fobia: ma non è il più pericoloso del nostro Paese.

Ragno violino tra le coperte (Pixabay) – Ecoo.it

Ormai sembra essere il nemico pubblico numero uno tra gli insetti e si è scatenata una vera e propria fobia: lui è il ragno violino, uno dei pochi aracnidi che sono presenti sul territorio nazionale e sono potenzialmente letali. La sua supposta diffusione e la sua altrettanto supposta letalità hanno scatenato soprattutto il mondo dei social network, ma anche più in generale l’informazione online. Diciamolo subito: la cautela non è mai troppa, ma la paura è del tutto irrazionale.

La verità sul ragno violino: non è lui il più pericoloso

Ragno innocuo (Pixabay) – Ecoo.it

Se è vero che si tratta di una specie tra le più velenose in Italia, è infatti altrettanto vero che c’è addirittura chi a oggi sostiene che non vi è alcun decesso direttamente riconducibile alla puntura di questo insetto, almeno sul territorio nazionale. Il dibattito si è comunque riaperto dopo che ieri è giunta la notizia della morte di un commerciante, che sarebbe stato morso appunto da un esemplare di ragno violino. Occorre a questo punto sfatare il mito che si tratterebbe del ragno più velenoso presente in Italia.

Niente di più falso: sebbene nel nostro Paese la pericolosità dei ragni sia davvero ridottissima, c’è una tipologia di aracnide che dovrebbe farci un po’ più di paura rispetto al ragno violino, anche semplicemente per il fatto che si tratta del ragno più velenoso d’Italia. Stiamo parlando della malmignatta, detta anche vedova nera volterrana o mediterranea, una specie che come si intuisce da uno dei nomi stessi è particolarmente diffusa in una specifica zona dello Stivale.

Questa specie di ragno, riconducibile a tutti gli effetti alla famiglia delle vedove nere, viene chiamato anche falange volterrana: vive soprattutto nel nord del Lazio, compresa la zona settentrionale della Capitale, ma anche in Liguria, Toscana, Campania, Basilicata, Calabria, quindi di fatto su tutto l’arco tirrenico, in Puglia e anche in Sardegna, dove è noto col nome di argia e a tal proposito va ricordato che questo ragno è “vittima” di un equivoco.

Tarantismo (foto pubblico dominio) – Ecoo.it

Il morso dell’argia, secondo la credenza popolare, è la causa scatenante del tarantismo, che nel resto d’Italia, soprattutto al Sud, viene attribuito alla Lycosa tarantula o semplicemente tarantola. Va evidenziato che effettivamente l’argia, altro nome appunto di questa vedova nera, può dare origine a gravi convulsioni, simili a un attacco epilettico, che appunto vengono erroneamente attribuite al morso della tarantola. Sfatiamo un mito popolare, dunque: il morso della Lycosa tarantula è del tutto innocuo.

Come riconoscere la vedova nera mediterranea?

La vedova nera mediterranea (Pixabay) – Ecoo.it

Del resto la vedova nera mediterranea e la tarantola possono anche essere confuse, essendo entrambe di colore nero, ma c’è un dettaglio che contraddistingue la prima delle due specie di ragni. Infatti, la malmignatta è ben riconoscibile da tredici punti sul suo addome, nella maggior parte dei casi di colore rosso vivo, ma a volte anche gialli o arancioni. La femmina può raggiungere un centimetro e mezzo di grandezza ed è letale al contrario del maschio.

Il suo morso è comunque meno pericoloso di quello della temibile vedova nera americana, nome scientifico Latrodectus mactans, sebbene sia accertato che provochi sudorazione, nausea, conati di vomito, febbre nei casi più lievi, fino ad arrivare a necrosi e morte. Anche in questo caso, essendo la vedova nera mediterranea un ragno sostanzialmente raro, sono pochissimi i casi di morte accertati: soltanto quattro, tra provincia di Genova e alto Lazio, e nemmeno in tempi recenti.