Polo Nord, trovate tracce di creme solari: perché è preoccupante

La scoperta scientifica appena avvenuta sulle nevi del Polo Nord è preoccupante nonché causa di un nuovo allarme.

Crema solare polo nord
Crema solare al Polo Nord (Ecoo.it)

Recenti studi condotti al Polo Nord, sui ghiacciai dell’Arcipelago delle Svalbard, ha portato a trarre delle conclusioni a dir poco preoccupanti ed allarmistiche. I risultati delle ricerche sono poi stati pubblicati sulla rivista scientifica “Science of the Total Environment” e mostrano lo scenario che sta mettendo in agitazione ricercatori e ricercatrici dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, dell’Istituto di scienze polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell’Università di Svalbard.  

Sono stati analizzati campioni di neve estratti da cinque diversi ghiacciai, tutti situati nella penisola di Broggerhalvoya. Quel che ne è emerso mostra chiaramente i danni di un processo sfuggito al controllo ed evidenzia la necessità di proteggere maggiormente le aree del Polo.

Polo Nord: scoperta agghiacciante tra le nevi 

Crema solare polo nord
Crema solare al Polo Nord (Ecoo.it)

I campioni analizzati riguardavano sia le nevi vicine agli insediamenti umani, sia quelle di luoghi più remoti. Per la prima volta nella neve artica, sono stati ritrovati dei composti come il Benzofenone-3, l’Octocrilene, l’Etilesil Metossicomnamato e l’Etilesil Salicilato. La domanda che gli studiosi si sono posti è: “come sono arrivati al Polo Nord? 

A quanto pare, la principale fonte di contaminazione è il trasporto atmosferico a lungo raggio. Non a caso, i punti con maggiore concentrazione sono quelli soggetti a deposizioni invernali, quando le masse d’aria “sporca” arrivano dall’Eurasia e raggiungono l’Artico.

Questo spiegherebbe la presenza di filtri UV di norma presenti nelle creme solari (non utilizzate alle Svalbard poiché nella notte artica il sole non sorge e non si rendono necessarie). È già stata dimostrata la pericolosità di questi contaminanti per l’ecosistema locale. Hanno effetti negativi sui mammiferi e sugli organismi acquatici: ne alterano la corretta funzionalità del sistema endocrino e ormonale. Tra le specie maggiormente a rischio vi sono i coralli, la cui sopravvivenza è ormai sotto minaccia. Questo rappresenta un aggravante per un ambiente già molto colpito dal cambiamento climatico (le condizioni nell’area Artica mutano quattro volte più velocemente rispetto al resto del mondo) e assediato da sostante inquinanti. I ricercatori avvisano nuovamente circa l’esigenza di tutela dell’ambiente polare.