Polistirolo sporco o pulito, c’è differenza: dove si buttano

La raccolta differenziata rappresenta ormai una responsabilità civica utile al riciclo di materie prime. Per quanto riguarda il polistirolo, vi sono alcune differenze: pulito e sporco, dove si butta

Polistirolo dove si butta
Polistirolo (Pixabay)

Una responsabilità civica che ormai non è possibile ignorare per diminuire l’impatto ambientale e ridurre lo spreco di materie prime. La raccolta differenziata è una scelta fondamentale che permette di recuperare gran parte dei rifiuti, che sarebbero riciclabili per il 75%. Un’abitudine sana quella di differenziare, in realtà molto più semplice del “sacco unico”, che fa accumulare molta più spazzatura. Lo smistamento dei rifiuti diminuisce drasticamente anche l’impatto ambientale, in quanto attraverso il riciclo delle materie prime, diminuisce la produzione di plastica, vetro e carta.

Valore primario dell’economia circolare, il riciclo permette infatti di ridurre lo spreco di materie prime, e in rapporto al decrescenza di materiale prodotto, si può evidenziare una diminuzione delle emissioni di CO2. Per quanto le percentuali riguardanti la raccolta differenziata in Italia siano rassicuranti, il problema risiede più che altro nella perplessità di alcuni particolari materiali che destano ancora qualche dubbio. Il polistirolo, ad esempio, è spesso materia di errori, in quanto evidenzia alcune differenze: ecco dove andrebbe buttato e in quali condizioni.

Polistirolo e raccolta differenziata: le differenze

Polistirolo dove si butta
Polistirolo (Pixabay)

Il principio cardine del virtuoso progetto dell’economia circolare, modello di produzione e consumo che prevede il riutilizzo di materie prime, è il riciclo, che permette di evitare sprechi di materie prime. I risultati di questa semplice azione con cui è possibile fare veramente la differenza sono molteplici, in un’ottica di transizione ecologica, a partire dalla percentuale rilevante di riduzione di emissioni di gas serra, determinanti per l’impatto ambientale e il surriscaldamento climatico. Il motivo è molto semplice e risiede proprio nel potere di sfruttare senza disperdere materie prime.

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Producendo meno plastica, vetro e carta è possibile una diminuzione di CO2, determinando un enorme risparmio energetico, quanto mai necessario. Nonostante i numeri in Italia raccontino una situazione positiva per quanto riguarda l’applicazione di questa responsabilità civica, vengono commessi di frequente errori relativi alle perplessità che ancora caratterizzano la differenziazione di alcuni materiali. Il polistirolo rientra sicuramente nella categoria di quelli che rivestono ancora maggiori dubbi, ed evidenzia in molti casi un aspetto sconosciuto ai più.

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Vi sono alcune differenze che bisogna assolutamente tenere in considerazione nell’atto di gettare il polistirolo, che può essere in due diverse condizioni. Il polistirolo da imballaggio o utile alla protezione di oggetti fragili, oppure contenuto nelle confezioni di giocattoli e altri oggetti di acquisto, è possibile gettarlo nella plastica, in quanto utile al riciclo del materiale. Tuttavia vi è un’eccezione per quanto riguarda il polistirolo sporco, utilizzato ad esempio per il confezionamento alimentare, che in questo caso deve essere buttato nella raccolta indifferenziata.