Plastica compostabile: la triste scoperta in Italia

Per ridurre le tonnellate di rifiuti di plastica l’Unione Europea incentiva il riuso e il riutilizzo della plastica tramite l’uso di bioplasticheplastiche biodegradabili e plastiche compostabili. In particolare, la plastica compostabile è un materiale che può essere gettato nell’organico, perché capace di trasformarsi mediante compostaggio insieme all’umido in compost, riutilizzabile ad esempio come fertilizzante. Purtroppo è stata da poco fatta una triste scoperta in Italia sulla fine fatta da questo tipo di plastica.

Plastica compostabile: in Italia solo la metà viene riciclata 

plastica compostabile triste scoperta
Plastica (Pixabay)

Non tutta la plastica compostabile prodotta in Italia viene riciclata. Questo il risultato di un’indagine di Biorepack, il consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile. Nel 2021 sono stati riciclati infatti 38.400 tonnellate di imballaggi, solamente il 51,9% di quelli immessi sul mercato nello stesso periodo, ovvero 74mila tonnellate.

Greenpeace e diversi impianti di compostaggio avevano già denunciato la triste situazione italiana. La causa del mancato smaltimento della plastica compostabile sembra essere l’incapacità degli impianti di degradarla perché progettati esclusivamente per i rifiuti organici e gli sfalci di verde. Per questo motivo spesso sono costretti a individuare la plastica compostabile e separarla dai rifiuti organici per mandarla all’inceneritore. La conseguenza è un maggior dispendio di energia e il mancato riciclo di un materiale scelto dai cittadini pensando di fare una scelta ecologica.

Leggi anche: Giardino: tutti i lavori da fare nel mese di giugno

Esistono poi siti di compostaggio dove viene spedita una quota di questa plastica, ma non è detto che vi resti il tempo necessario a degradarsi correttamente. “È difficile quantificare in Italia, gli impianti in grado di trattare efficacemente le plastiche compostabili, sicuramente meno della metà”, afferma a tal proposito Luca Mariotto, direttore di Utilitalia, la federazione delle aziende operanti nei servizi pubblici della gestione di rifiuti, acqua, ambiente, energia elettrica e gas.

Leggi anche: Casa in legno, va dichiarata all’Agenzia delle Entrate?

Come è possibile dunque fronteggiare questo problema? Prima di tutto sarebbero necessari impianti dedicati allo smaltimento delle plastiche compostabili e biodegradabili, diversi da quelli che gestiscono i rifiuti organici. In attesa di ciò la soluzione potrebbe essere quella di gettare le plastiche compostabili nell’indifferenziato. In questo modo non verrebbe compromessa la filiera dell’organico con rifiuti che non si degradano come dovrebbero.