Sempre più pesci migrano verso i Poli, la colpa è dei cambiamenti climatici

A causa dei cambiamenti climatici sempre più pesci migrano verso i Poli. A dimostralo è uno studio intitolato “Climate Change Drives Poleward Increases and Equatorward Declines in Marine Species“, pubblicato sulla rivista Current Biology. La ricerca, condotta dalle università di Bristol ed Exeter, ha esaminato 304 specie marine ampiamente diffuse nell’ultimo secolo e 540 documenti pubblicati in precedenza, per capire se qualcosa era cambiato nella loro distribuzione a causa del surriscaldamento globale.

Cambiamenti climatici e surriscaldamento: perché i pesci migrano verso i Poli

Louise Rutterford della Bristol School of Biological School, coautrice dell’articolo, ha affermato che ogni specie andrà sempre più spostandosi verso gli estremi del pianeta. Nel contempo diminuirà la loro presenza nel lato equatoriale a causa di temperature troppo elevate per la sopravvivenza.

Molte specie, marine e non, soffrono il riscaldamento globale perché non riescono ad adattarsi abbastanza rapidamente ai cambiamenti del clima. Gli organismi marini, nella fattispecie, hanno un intervallo di temperatura al di fuori del quale i processi fisiologici cessano di essere ottimali. Questo dimostra quanto i mutamenti di temperatura siano importanti per la loro sopravvivenza, sebbene non rappresentino l’unico fattore da tenere in considerazione. Negli ultimi anni, infatti, si è assistita a una vera e propria migrazione verso gli estremi terrestri. Anche i pesci dei mari tropicali, a causa delle temperature troppo elevate delle acque marine, stanno abbandonato i luoghi che popolavano abitualmente.

La ricerca ha inoltre evidenziato che questi cambiamenti climatici sono destinati a continuare e probabilmente ad ampliarsi in futuro. Difatti si prevede un ulteriore aumento delle temperature che saliranno oltre 1,5 ° C rispetto ai livelli preindustriali entro il 2050 vedendo aumentare, quindi, il numeri di pesci che migrano verso i Poli portando con essa un aumento della competizione per le risorse. Cosa che potrebbe comportare anche un aumento della popolazione di parassiti di acqua calda intorno all’acquacoltura e una maggiore instabilità generale negli ecosistemi marini. Per cercare di salvaguardare il più possibile la biodiversità animale stanno nascendo le cosiddette aree protette, ossia riserve tutelate che hanno lo scopo di preservare e proteggere gli habitat esistenti garantendo così alle diverse specie la sopravvivenza.