Perché la Nutella è una nemica dell’ambiente

Amata da tutti e in ogni fascia d’età, la Nutella è la crema spalmabile più famosa e consumata in tutto il mondo, ma nasconde una innegabile verità: ecco perché sarebbe nemica dell’ambiente

Nutella nemica ambiente
Nutella (Pixabay)

Non è solo la crema spalmabile più famosa e consumata nel mondo, con una produzione annua di 400 mila tonnellate. Si tratta di un vero e proprio fenomeno di costume rientrato nella cultura popolare internazionale: la Nutella è il prodotto dolciario che ha realizzato questa impresa. Marchio commerciale della Ferrero, nacque nel 1964 l’amatissima crema gianduia, in seguito alle difficoltà relative all’importazione di semi di cacao in seguito alla seconda guerra mondiale. Un limite che l’azienda trasformò in opportunità nel territorio piemontese delle Langhe, conosciuto per la produzione di nocciole.

Nel 1978 viene istituito il primo stabilimento oltre i confini europei, fino a diventare un successo globale che dal 2007 vanta persino l’istituzione di una giornata mondiale per la sua celebrazione. Tuttavia, nonostante l’indiscussa bontà riconosciuta al prodotto, che non a caso detiene il primato di vendite nel settore, dietro alla Nutella si nasconde una realtà innegabile. Il consumo di Nutella infatti non favorisce la sostenibilità ambientale, a causa di un particolare ingrediente utilizzato per la produzione, tanto da essere definita da alcuni esperti “nemica” dell’ambiente.

Nutella, l’impatto ambientale della produzione

Nutella nemica ambiente
Nutella (Pixabay)

Non ci sono dubbi su quale sia la crema spalmabile più famosa e consumata al mondo, tanto da produrre 400 mila tonnellate di prodotto ogni anno. Si tratta della Nutella, ormai fenomeno di costume, capace di rivestire un vero e proprio simbolo di felicità e condivisione, riconoscibile internazionalmente. Il suo potere di riunire all’insegna del suo dolce gusto è tale da vantare una giornata dedicata per celebrarla in tutto il mondo, con il World Nutella Day istituito il 5 febbraio del 2007 grazie all’appello della blogger italo-americana Sara Rosso.

Leggi anche: Mozzarella nella dieta: quanta bisogna mangiarne per non sforare

Un vero e proprio fenomeno di costume, protagonista di cinema e musica, oltre che ingrediente base di alcune famose ricette che non prevedono possibilità di sostituzione. Nonostante l’indiscusso indice di gradimento che ogni anno riesce ad ottenere in tutto il mondo, si nasconde una triste verità all’interno della crema spalmabile, più precisamente nei suoi ingredienti, Composta da zucchero, cacao, nocciole, latte, lecitina di soia e vanillina, contiene anche olio di palma per il 20% della totalità del prodotto.

Leggi anche: Pizza: la NASA sta provando un esperimento rivoluzionario

Tale elemento non solo spinge ad una riflessione per quanto riguarda il suo scarso apporto nutrizionale, a causa dell’elevata presenza di grassi e di zuccheri. L’olio di palma infatti è una causa della deforestazione, che contribuisce inevitabilmente al surriscaldamento climatico. L’olio di palma permette di abbassare in modo rilevante i costi di produzione, permettendo un incremento del guadagno non irrilevante rispetto alla scelta di altri ingredienti. Anche la percentuale di nocciole non è tra le più incisive sul mercato, evidenziando solo il 13%.