Neo maggiorenne ingerisce questa pianta molto comune: dopo sette giorni di agonia, non c’è più niente da fare

Una pianta dell’orto molto comune anche in Italia ha causato la tremenda morte di una ragazza di soli 18 anni: un caso che fa discutere.

Neo maggiorenne ingerisce questa pianta e muore
Neo maggiorenne ingerisce questa pianta e muore (Ecoo.it)

Una giovane di appena 18 anni sviluppa dei sintomi come nausea, vomito, dolore addominale, subito dopo aver ingerito dell’olio di una pianta molto comune: per lei è iniziato un vero e proprio calvario, che nel giro di una settimana l’ha portata alla morte. La ragazza non aveva precedenti di malattie epatiche, abuso di alcol o fattori di rischio per l’epatite virale, ma a ucciderlo è stata proprio questa patologia.

Perché questa giovane ha assunto l’olio tossico di una pianta molto comune

Perché questa giovane ha assunto l'olio tossico di una pianta molto comune
Perché questa giovane ha assunto l’olio tossico di una pianta molto comune (Ecoo.it)

Una vicenda che sicuramente negli anni ha fatto discutere, tanto da essere diventato caso di uno studio su questa particolare pianta. Due sono le ipotesi rispetto all’assunzione dell’olio di una pianta molto comune anche in Italia, ma che come vedremo tra poco può avere effetti devastanti. L’olio di questa pianta aromatica, che ad esempio nella cucina regionale del Lazio viene molto utilizzata, è infatti considerato un potente abortivo.

Non solo: secondo un’altra ipotesi, la giovane era depressa e l’ingestione di olio di questa pianta potrebbe essere stata un tentativo di suicidio. Fatto sta che al primo esame i segni vitali erano stabili, ad eccezione della polipnea, ovvero dell’aumento della frequenza di respirazione. Anche i test di laboratorio, inclusi i livelli di aminotransferasi sierica, erano normali, salvo pochi valori fuori posto.

La giovane è morta in una settimana: ma cosa aveva assunto?

Stando a quanto è stato possibile appurare dallo studio citato, a meno di due giorni dal ricovero, la ragazza ha iniziato ad accusare un principio di trombosi e la situazione nel corso del tempo è andata decisamente degenerando. Nei giorni successivi, i test epatici peggiorarono e lei sviluppò una progressiva insufficienza renale, quindi polmonare, entrando infine in coma.

Una settimana dopo il ricovero, la giovane è morta: dall’autopsia, è emersa una situazione gravemente compromessa a livello epatico e dopo poco è emerso che la ragazza di appena 18 anni aveva assunto dell’olio di mentuccia, ovvero della pianta aromatica che conosciamo comunemente come menta romana e che appunto viene utilizzata molto soprattutto in certe cucine tradizionali.

Tossicità dell’olio di mentuccia: tanti casi segnalati

La menta poleggio o romana è una pianta aromatica i cui danni derivanti dal suo olio estratto sono particolarmente significativi per il nostro organismo. Sono stati segnalati molti casi di tossicità entro poche ore dall’ingestione e di solito si verificano entro poche ore dall’ingestione. Sulla pericolosità della menta romana, peraltro, sono davvero tante le notizie acquisite nel corso degli anni.

La diagnosi in caso di ingestione dell’olio di questa pianta, e non delle foglie o in infusione come nel caso dell’utilizzo per la realizzazione di un buonissimo tè, è quella di necrosi epatica acuta. Si tratta di una patologia che, se grave, può portare a insufficienza epatica acuta e morte. Chiaramente, si tratta di casi rari e che erano sicuramente molto superiori in epoche passate.

Difatti, nella tradizione popolare, l’olio di menta poleggio veniva utilizzato come principio attivo per procurare l’aborto oppure in altri casi come un coadiuvante per il ciclo mestruale. Anche in epoche più o meno lontane, in ogni caso, vittime della mentuccia erano soprattutto donne, quasi sempre con evidenti fragilità.