Liberata la cagnetta Dea finita in un pozzo a Campochiesa d'Albenga

[galleria id=”1211″]La cagnetta Dea è stata liberata. Si tratta di un segugio maremmano di tre anni che è rimasto intrappolato per cinque giorni in un pozzo a Campochiesa d’Albenga e che è stato riportato alla luce dai esperti del Soccorso Alpino, i quali si sono adoperati per salvare l’animale. L’operazione si è rivelata particolarmente difficile a causa di uno strato di roccia che ricopriva il buco in cui Dea era precipitata. Infatti la cagnetta era stata individuata dai soccorritori, ma il difficile è stato proprio riuscire a raggiungerla e tirarla fuori. La storia ha avuto comunque avuto un lieto fine.

Come nel caso delle immagini tenerissime di una tigre siberiana che bacia i suoi cuccioli, le foto che ci raccontano il salvataggio di Dea sono in grado di suscitare molte emozioni, proprio perché appaiono commoventi.
 
I soccorritori hanno dovuto utilizzare delle micro cariche esplosive per riuscire a rompere lo strato di roccia che impediva loro di raggiungere la cagnetta e, dopo diverse ore di lavoro, alla fine ce l’hanno fatta e Dea è stata tirata fuori da quel buco che l’aveva privata della libertà, mettendo in pericolo la sua stessa vita.
 
A portare fuori Dea è stato Valerio Pizzoglio, uno degli uomini del Soccorso alpino, che era stato anche il protagonista del salvataggio di una studentessa rimasta tra le macerie in seguito al terremoto che ha colpito L’Aquila.
 
Quello di Dea è stato un incidente, ma ci sono casi di maltrattamenti di animali messi ad opera intenzionalmente dagli uomini. Tra i maltrattamenti sugli animali adesso c’è anche l’uso della catena e non si deve dimenticare che per i maltrattamenti degli animali ora le sanzioni sono più salate. Ma tutto questo può bastare?