La crisi economica frena gli sprechi alimentari (e la produzione di rifiuti)

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Crisi economica: ormai ne abbiamo sentito parlare in tutte le salse. Spread, bund, asta di titoli, evasori fiscali, controlli a Cortina. C’è chi dice che in tutto questo ci sia anche del buono, che dietro (e dentro) la crisi ci sia anche un’opportunità. Per la tutela ambientale, per una minore produzione di rifiuti e per una più corretta gestione delle risorse, naturali e non solo. Una maggiore attenzione al consumo critico limita il consumismo sfrenato e anche gli inutili sprechi alimentari.

I dati registrati nel 2011, infatti, fanno dedurre proprio questo: un minore smaltimento di rifiuti di circa un 4% su base annua. Le ristrettezze economiche hanno obbligato la classe popolare (alias tre quarti degli italiani) a tagliare anche sulla spesa dei generi alimentari, una voce del budget familiare che solitamente non veniva mai messa in discussione. Nel cestino dell’immondizia ormai finisce poco o nulla, almeno secondo il 57% degli intervistati: non si butta alcunché, e gli scarti di una ricetta fatta il giorno prima sono perfetti per essere riutilizzati in una nuova ricetta del giorno dopo. In questo vengono in soccorso i molti programmi tv di cucina, di cui è possibile trovare repliche e consigli anche on-line (risparmiando sul costo dell’acquisto di libri o dvd).
Una generazione sempre più digitale, dunque, ma è sempre un bene? Spesso ci impressionano le corse fuori dai centri commerciali per un cellulare all’ultimo grido, sensazione che si acutizza ancora di più quando ci rendiamo conto che siamo costretti a mangiare carne non più di una volta a settimana (oppure una ogni due).
Il momento di disagio economico che stiamo vivendo ci potrà essere utile anche per imparare a fare la raccolta differenziata, per fare il compostaggio domestico (grazie al quale si sconta la tassa sui rifiuti solidi urbani), ma forse dobbiamo (o alcuni devono) ancora imparare a dare il giusto peso alle cose, a dare più importanza ad una dieta alimentare corretta ed equilibrata piuttosto che all’acquisto dell’ultimo tablet.