Kiska, l’orca più isolata al mondo: si infligge dolore, è arrivata alla pazzia

Da più di 41 anni è prigioniera del parco acquatico nel quale vive. Kiska l’orca più sola al mondo stanca della sua condizione si infligge dolore da sola

Kiska l'orca più sola al mondo
Kiska l’orca più sola al mondo (Foto Ecoo.it)

Il mondo è pieno di strutture che permettono ai visitatori di poter osservare da vicino animali che mai nella vita si avrebbe altrimenti opportunità di guardare. L’essere umano per natura è curioso e questo non è sbagliato. L’errore nasce quando, pur di appagare una curiosità non si presta accortezza, attenzione e rispetto verso altri esseri viventi. Per molti gli animali vengono visti come oggetti da mettere in mostra, privi di sentimenti, il quale unico scopo è quello di essere disponibili per la sete di conoscenza dell’uomo. Questo è crudele e privo di umanità.

E’ stato provato quanto anche loro provino sentimenti e non solo quelli positivi, come gioia o amore, ma anche negativi come dolore, solitudine e tristezza. Persone senza cuore fregandosene di quanto possano soffrire continuano imperterrite a sfruttare questi animali portandoli anche a raggiungere la pazzia, soprattutto se per natura sono abituati a vivere in branco e da un giorno all’altro per anni si ritrovano soli, in una vasca senza nessuno che si prenda cura di loro.

La storia di Kiska, l’orca più sola al mondo

Kiska
Kiska (Screen video Instagram Phil Demers)

Da ben 41 anni, l’orca Kiska vive al MarineLand, parco acquatico canadese. Da quando è stata portata via dalle acque islandesi, nel corso della sua vita ha visto andare via i suoi simili ma soprattutto i suoi figli. Vive completamente sola, essendo l’unica sopravvissuta dall’anno 2011. La vasca nella quale è tenuta non presenta alcuno stimolo per l’animale che passa le sue giornate una identica all’altra, in un infinito loop che la sta portando alla pazzia.

Da tempo ormai è chiaro agli occhi delle numerose persone che tentano di aiutarla che prova un profondo malessere. Infatti alterna periodi nei quali immobile resta all’interno della vasca. Se questo può sembrare triste, altri momenti sono ben più crudeli, infatti l’orca sbatte contro le pareti della piscina con estrema violenza, volendosi volontariamente infliggere dolore.

Stress e solitudine hanno fatto si che il comportamento autolesionista si manifestasse. L’attivista Phil Demers, il 4 settembre 2021 condivide sul suo profilo Twitter immagini davvero orribili che vedono protagonista la situazione crudele alla quale è sottoposta Kiska. Accompagna il tutto con l’hashtag #FreeKiska, facendo partire una petizione che arriva a raccogliere più di 400mila firme.

Questo però non ha portato alcun cambiamento e ogni giorno la sua situazione peggiora sempre più. Altri video e altre immagini sono circolate meno di un anno dopo ed è stato deciso di portare il materiale all’attenzione delle autorità che sembra stiano indagando sull’accaduto. Ma ancora non è cambiato molto in quanto, nonostante il parco acquatico abbia vietato severamente ai visitatori di riprendere l’animale, alcune nuove immagini sono trapelate.

Sulla pagina Instagram di Phil Demers circa una settimana fa compare un nuovo video accompagnato dalle parole: “Kiska, l’ultima orca sopravvissuta a MarineLand, trascorre le sue intere giornate nuotando in cerchio e dimenandosi nell’area poco profonda della sua vasca di cemento“.

La triste realtà è che a nulla servono i numerosi appelli che portano avanti i tanti enti animalisti che tentano invano di donare un po’ di pace all’animale. Il parco è al centro di molte controversie, tra le quali l’accusa di aver catturato illegalmente alcuni cetacei e ovviamente il non prestare il giusto rispetto alle condizioni nelle quali dovrebbero vivere gli ospiti della struttura.

L’orca più sola al mondo, come tutti gli animali, non merita quello che vive da ormai troppo tempo. Anche se immersa nel suo ambiente naturale, l’acqua, si trova sempre in gabbia, sola e piena di dolore. Non si può stimare quanto le resti da vivere quel che è certo è che in molti lotteranno per far si che qualsiasi sia il tempo che ha davanti sia ben lontano dall’inferno che per anni ha vissuto, volendole donare la sensazione, almeno per un’ultima volta di ricordare cosa significhi essere liberi.