Giappone primo al mondo ad emettere bond per la transizione ecologica

La transizione ecologica sembra essere diventata argomento secondario ma c’è un Paese nel mondo, il Giappone, che ha deciso di premere un po’ sull’acceleratore con un piano che prevede anche l’emissione di bond

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Tokyo (foto da Canva) – ecoo.it

I modi in cui gli Stati del mondo stanno cercando di portare avanti, dove se ne senta il bisogno, politiche per ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività e dei propri cittadini per salvaguardarne da ultima l’esistenza sono i più diversi. Ma a causa soprattutto della guerra insensata scatenata sul territorio ucraino da parte della Russia, il problema della transizione ecologica e del cercare tutti quanti di andare verso una riduzione delle emissioni di anidride carbonica e degli altri gas climalteranti è passato un po’ in secondo piano.

Per questo fa molto piacere parlare degli sforzi che si stanno portando avanti in Giappone dove la transizione verde, che in Giappone è conosciuta con la sigla GX, viene ora accompagnata anche da una serie di mosse legislative in cui rientra anche l’emissione di bond statali per spingere l’economia e i privati verso una soluzione verde. Le notizie riguardo i bond per la transizione ecologica del Giappone sì susseguono dall’inizio dell’anno, da quando il ministro delle finanze del Paese ha annunciato che il governo stava valutando proprio questa forma di finanziamento alla transizione. I primi Bond potrebbero arrivare già nei prossimi mesi.

La transizione ecologica in Giappone con oltre un trilione di yen

Cercare di immaginare quanti zeri ci debbano essere in un trilione di yen è difficile e per farlo conviene guardare alla notazione scientifica. Un trilione è come dire 10 elevato a 12 ovvero un miliardo di miliardi. Una quantità di zeri enorme. Una quantità di zeri che potrebbe servire a dare una buona spinta al processo di transizione ecologica nel Paese del Sol Levante.

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Impianto a carbone (foto da Canva) – ecoo.it

Anche perché rientrerebbe in un piano già approvato a febbraio con una serie di policy che servono proprio a mettere in piedi una nazionale transizione ecologica, spostando l’industria e i cittadini verso tecnologie meno inquinanti tra cui principalmente l’idrogeno e l’ammoniaca. Il governo giapponese ha deciso però che parte di quegli zeri debbano arrivare proprio dai cittadini che decideranno di sposare la causa green acquistando i bond GX che verranno emessi nel corso dei prossimi 10 anni per un valore totale di circa 150 miliardi di dollari.

I dubbi sul piano GX

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Giappone (foto da Canva) – ecoo.it

Il fatto che la transizione ecologica venga nei fatti affidata in buona parte alla volontà dei cittadini giapponesi di sovvenzionarla attraverso l’acquisto dei bond sembra una buona idea ma ci sono una serie di punti ancora un po’ scricchiolanti. Uno di questi punti è proprio il fatto che il piano giapponese preveda di passare all’idrogeno e all’ammoniaca ma, e lo sottolinea per esempio Cedric Rimaud, APAC senior credit analyst del think tank di Anthropocene Fixed Income Institute di ESG, il problema è che il Giappone non ha fonti proprie di questi due materiali e sarà quindi costretto a importarli per poi utilizzarli in qualche modo all’interno degli impianti che adesso bruciano carbone e le eventuali emissioni di anidride carbonica andranno poi catturate per essere poi spostate e immagazzinate altrove in un circolo che sembra funzionare solo sulla carta.