Energetica 2009: la Terza Rivoluzione Industriale

[galleria id=”315″]Si è svolto l’8 ottobre a Roma il quinto appuntamento di Energetica, l’evento organizzato da Somedia – la Repubblica dedicato alla green economy, alla sostenibilità ambientale e alle energie rinnovabili.

“L’economia è semplicemente il nostro modo di utilizzare l’ambiente”. Così dice il noto economista americano Jeremy Rifkin ai microfoni della videochat di Avoicomunicare descrivendo il delicato e strettissimo rapporto che esiste tra sfruttamento delle risorse ambientali, conservazione delle specie animali (compresa la nostra) e vegetali e necessità di promuovere un nuovo tipo di economia che sia slegata dalle sole logiche del profitto a tutti i costi. Le passate e ancora attuali regole del mercato e della produzione industriale hanno avuto, ed in proiezione avranno ancora, conseguenze sia a livello economico mondiale sia a livello ambientale.
 

 
La crisi economica che il mondo sta vivendo – ed ha avuto perlomeno il merito di determinare nel 2008 una riduzione del 3% delle emissioni nocive – non è certamente nata per caso, così come la scienza ha dimostrato che il riscaldamento globale, cui sono collegati i mutamenti climatici già in corso, non è solo frutto della normale “fisiologia” del nostro pianeta: le emissioni di CO2 ed altri gas serra, prodotti dalle attività umane, contribuiscono in misura elevatissima all’innalzamento della temperatura terrestre e, in ultima analisi, al global climatic change. Franco Donatini, responsabile Rinnovabili, Politiche di Ricerca e Sviluppo di Enel, ha riportato dati citati anche da Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club: solo mantenendo nell’atmosfera una concentrazione di CO2 pari a 450 ppm (parti per milione) sarà possibile evitare entro il 2100 un ulteriore aumento della temperatura di 2,4 gradi Celsius, eventualità che, come segnalato dai climatologi del National Center for Atmospheric Research , provocherebbe lo scioglimento del 75% dei ghiacci artici. Oltre a tropicalizzare ulteriormente le regioni temperate e a desertificare del tutto le aree già a rischio “deserto”.
 
Le risorse del nostro pianeta, a cominciare dalle fonti energetiche, non sono inesauribili, specie considerando lo smodato utilizzo degli idrocarburi e del petrolio che ha generato un’economia inquinante i cui utili sono concentrati nelle mani di poche lobby. Nel corso di Energetica, sotto il coordinamento di Antonio Cianciullo, giornalista di Repubblica, rappresentanti del mondo scientifico, politico e industriale, hanno discusso a vario titolo di energie rinnovabili, di nuovi modelli di sostenibilità, di green economy, dell’obiettivo 20-20-20 da centrare entro il 2020 in Europa e di democrazia energetica, che passa ad esempio anche attraverso un accesso più allargato per tutti i cittadini alla possibilità, illustrata dall’architetto Cristina Garavelli, Mario Cucinella Architects, di rendere la propria abitazione una micro centrale energetica ad impatto zero in grado di funzionare autonomamente off grid senza inquinare.
 

 
Fulcro di Energetica 2009 è stata la Terza Rivoluzione Industriale, di cui parla Rifkin, che è stata portata all’attenzione della platea da Angelo Consoli, direttore dell’Ufficio Europeo della Jeremy Rifkin-Foundation on Economic Trends. Il binomio rappresentato dal risparmio energetico e dalle energie rinnovabili, oltre a creare nuovi posti di lavoro, ha il pregio di rispettare l’ambiente e le sue risorse. Felice Vai, direttore commerciale di Asja Ambiente Italia, illustrando le prospettive di sviluppo del settore eolico, ha sottolineato come nella sola Europa siano circa 150.000 gli addetti con previsioni molto rosee per il futuro occupazionale: entro il 2030 l’Europa prevede la stabilizzazione di oltre 370.000 addetti nel settore eolico. In proiezione, ben 66.000 solo in Italia entro il 2020.
 
L’Italia nel settore delle energie rinnovabili ha delle capacità indubbie ma risulta in ritardo nella loro applicazione – così come nel potenziamento della rete elettrica italiana, che allo stato attuale renderebbe difficile utilizzare appieno l’energia prodotta con le fonti rinnovabili – rispetto a paesi quali la Germania (che sta investendo 400 miliardi di Euro nel progetto Desertec, l’utilizzo dell’energia solare prodotta nel Sahara con cui soddisfare entro il 2050 il 15% del fabbisogno energetico europeo) e la Spagna, ma anche gli emergenti colossi asiatici Cina e India che stanno investendo buona parte del proprio PIL nelle ricerche e sviluppo delle energie alternative.
 
Nel nostro paese sono diversi gli ostacoli ad una produzione “verde” di energia: un difficile accesso al credito – sebbene Roberto Longo, presidente di Aper (Associazione Produttori Energia da Fonti Rinnovabili), ha illustrato che sono pronti 50 miliardi di Euro di capitali privati per realizzare 20.000 MW di impianti -, iter autorizzativi eccessivamente lunghi e l’opposizione alle energie rinnovabili che non vengono viste come un’opportunità per uscire dalla crisi economica bensì come un problema. E intanto la maggioranza degli italiani non vuole il nucleare, che riceve sostegno politico anche se contribuisce solo per il 6% all’abbattimento delle emissioni di CO2 contro ben il 21% delle energie rinnovabili. Secondo quanto riportato infatti da Pierluigi Ascani, direttore di Format ricerche di mercato, in un sondaggio condotto lo scorso settembre per conto di Somedia sulla democrazia energetica e le fonti rinnovabili e diffuso nel corso di Energetica, ben il 72% della popolazione italiana ha paura dell’atomo e non è affatto d’accordo sull’installazione di centrali nucleari nella propria provincia di residenza. Sul nucleare, ed i suoi rischi, la gran parte dell’opinione pubblica ha le idee molto chiare.
 
Immagini tratte da:
www.energetica.somedia.it
www.laquilanuova.org
www.genitronsviluppo.com
www.duurzamer.com