Il 26 aprile 1994 un aereo si schiantò all’aeroporto di Nagoya, in Giappone: l’incidente provocò oltre 260 vittime.
Un disastro aereo quasi senza precedenti sul territorio giapponese quello consumatosi il 26 aprile 1994 all’aeroporto di Nagoya, nella regione di Chūbu. A schiantarsi al suolo, durante le fasi di atterraggio, un Airbus A300 con a bordo 271 persone.
Nell’impatto, purtroppo, persero la vita 264 degli occupanti del velivolo, tra passeggeri ed equipaggio. Gli altri sette rimasero feriti e trasportati in ospedale dai soccorsi giunti sul posto nell’immediato.
Cosa è andato storto?
Il volo China Airlines 140, partito dall’aeroporto di Taipei-Taoyuan (Taiwan), poco dopo le 11 del mattino di quel 26 aprile si apprestava ad atterrare all’aeroporto di Nagoya e fu autorizzato alla manovra dal controllo del traffico aereo.
A quel punto, il velivolo stava scendendo, quando il co-pilota inserì per sbaglio la modalità Take-Off/Go-Around. Purtroppo, questo portò i motori ad attivarsi fino al massimo della potenza e dopo qualche secondo si inserì pure il pilota automatico. L’inclinazione a quel punto arrivò a -12,3, questo comportò l’allontanamento dalla pista, l’aereo improvvisamente si alzò.
Il comandante, accortosi della situazione, ordinò al primo ufficiale di interrompere il TO/GA, ma niente dopo due richiami questo risultava ancora inserito. L’aereo continuava a non rispondere ai comandi, così si decise di abbassare la potenza dei motori, in questo modo si poteva di nuovo scendere. Il velivolo, però era giunto, ormai, a circa 2 km dalla pista. La situazione era già preoccupante, così il comandante avviò una serie di manovre, compreso il go-around manuale. Purtroppo, non si riuscì a riprendere il controllo dell’aereo che, alle 11:15 circa, si schiantò al suolo a circa un centinaio di metri dalla pista.
Il bilancio finale fu di 264 vittime, solo sette delle persone a bordo dell’aereo sopravvissero allo schianto rimanendo ferite. Ad oggi è il secondo disastro aereo più grave mai avvenuto in Giappone.
Le indagini
Le inchieste successive fecero emergere che oltre gli errori in fase di atterraggio del personale di volo, quest’ultimo non era addestrato al meglio per pilotare un Airbus 300. Inoltre, le inchieste fecero emergere che nove mesi prima dell’incidente, Airbus aveva diffuso alle compagnie un bollettino indicando di modificare il sistema di volo in modo da permettere all’equipaggio di disattivare il pilota automatico in modo manuale, China Airlines però non modificò il sistema non ritenendo urgente la variazione.