Cosa devi sapere se mangi spesso basilico e semi di finocchio

Arriva una notizia che sorprende e che riguarda l’assunzione di semi di finocchio e di diversi tipi di erbe aromatiche. Non si tratta di una buona notizia

Dei semi di finocchi che fuoriescono da un barattolo
Dei semi di finocchi che fuoriescono da un barattolo (Foto Pixabay)

Semi di finocchio, basilico e molto altro sono gli ingredienti più indicati per potere preparare degli infusi e delle tisane. I quali sono degli ottimi ritrovati per potere aiutare l’apparato digerente a scaricarsi di un bel po’ di lavoro. Preparazioni del genere servono proprio per fornire un benessere maggiore all’organismo ed aiutano la digestione, facendoci sentire più leggeri. Proprio i semi di finocchio sono molto consigliati, in tal senso.

Eppure c’è anche un contraltare importante, per quanto sia del tutto inaspettato e che riguarda non solo i già citati semi di finocchi. Ma anche dragoncello, basilico stesso ed altre erbe aromatiche. Bisogna fare attenzione a degli aspetti che hanno trovato risalto a seguito di approfonditi analisi e studi condotti in laboratorio. Possono infatti sorgere dei possibili effetti collaterali sulla assunzione con cadenza quotidiana di questi prodotti naturali e che tutti noi reputiamo all’unanimità come molto sani ed utili.

Semi di finocchio, ma non solo: cosa hanno scoperto dei ricercatori

Un medico incontra un paziente
Un medico incontra un paziente (Foto Pixabay)

Delle rilevazioni scientifiche fanno sapere che i semi di finocchio ed altre erbe ed integratori alimentari possiedono in non poche occasioni dei quantitativi alquanto elevati di sostanze tossiche. Si tratta degli alchenilbenzeni, i quali possono essere anche cancerogeni se assunti con cadenza continuata ed in quantità importanti. A parlare della cosa è l‘Istituto Federale per la Valutazione dei Rischi (BfR), ente tedesco i cui dati raccolti in seguito ad apposite analisi hanno trovato pubblicazione sulla rivista specializzata di settore “Foods”.

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Tra gli alchenilbenzeni più potenzialmente pericolosi spiccano la elemicina, la miristicina e l’apiolo. Gli stessi ricercatori hanno comunque sottolineato come ci sia la necessità di compiere ulteriori approfondimenti in meno, allo scopo di confermare oppure di confutare eventuali altri aspetti relativi a quanto osservato. Anche perché sembra che ci sia la tendenza a riscontrare dei possibili fattori di rischio più in certe situazioni piuttosto che in altre. Per esempio gli alchenilbenzeni pare siano più incisivi in negativo nel caso di assunzione di un prodotto preparato come il pesto piuttosto che mangiando del basilico così come appare in natura.