Tra le cause del cambiamento climatico lo spreco alimentare figura come una delle principali: come agire sulla questione?
Se è vero che le cause del cambiamento climatico sono numerose, gli esperti sono concordi su una cosa: bisogna prendere provvedimenti seri e immediati per scongiurare il rischio di un collasso generale del pianeta. Tra le cause che contribuiscono maggiormente al cambiamento climatico annoveriamo ad esempio lo spreco di cibo, che oltre a influire negativamente da un punto di vista socio-economico, provoca danni anche al pianeta.
I dati raccolti dal WWF e dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) tra il 2021 e il 2022 parlano chiaro: ogni anno circa 1/3 del cibo prodotto per il consumo umano va sprecato, solo in Europa si parla di 88 milioni di tonnellate di cibo. Ciò corrisponde a emissioni di gas serra che si attestano tra l’8 e il 10% del totale globale.
Spreco di cibo, come influisce sul cambiamento climatico: i dati
In termini numerici parliamo di circa 86 milioni di tonnellate di anidride carbonica (cioè il 15% di tutta la filiera produttiva alimentare) da attribuire allo spreco di cibo. In quest’ottica pensare che miliardi di persone hanno difficoltà a nutrirsi regolarmente ha del paradossale, tanto che piani governativi volti alla redistribuzione del cibo inutilizzato stanno diventando sempre più urgenti.
La situazione dell’Italia, in questo senso, è emblematica: nonostante il WWF abbia notato una diminuzione dello spreco alimentare del 12% per il 2022, le perdite della filiera produttiva si attestano ancora su cifre stellari: parliamo di 9 miliardi di euro di spreco, in un paese in cui 2,6 milioni di persone sono in difficoltà economica, anche a causa dell’inflazione impelagante.
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Come agire sullo spreco alimentare?
Anche per questo a livello europeo è stato introdotto un piano volto all’abbattimento dello spreco di cibo, nell’ambito della Agenda for Sustainable Development delle Nazioni Unite da attuare entro il 2030. Inoltre sono state individuate azioni prioritarie per combattere lo spreco di cibo, quali prevenzione, riuso, riciclo e recupero degli alimenti inutilizzati, ad esempio tramite redistribuzione in strutture caritatevoli, o per scopi agricoli ed energetici.