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Artico: le alghe mostrano la presenza di microplastiche. Perchè è un problema

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Se microplastiche sono arrivate fino al Polo Nord. Uno studio ha rilevato una quantità impressionante di questo materiale all’interno delle alghe artiche

microplastiche nelle alghe artiche
Nanoplastiche (Foto da Pixabay) – Ecoo.it

Che l’uomo abbia messo mano eccessivamente sulla natura al punto da distorcere e contaminare ciò che c’era di bello e sano, è cosa nota. Purtroppo ogni giorno le rilevazioni scientifiche aggiungono un tassello alle disastrose conseguenze che le attività industriali, in particolare del settore alimentare, hanno provocato. E quando si parla di disastro non ci si limita soltanto all’impatto ambientale sulle piante, sulla vegetazione, e sugli animali, ma anche alle conseguenze dannose per l’essere umano. Dove la presenza di microplastiche praticamente ovunque rappresenta una delle minacce più grandi.

Le microplastiche sono derivate dalla frammentazione di oggetti di plastica più grandi in microelementi, che sono praticamente impossibili da scindere dai terreni naturali che poi vanno a contaminare. Ed il guaio è che con la loro leggerezza arrivano praticamente ovunque. Vengono trasportate dalle acque e dai venti.

Microplastiche nell’artico, cosa dice lo studio

Nanoplastiche (Foto da Pixabay) – Ecoo.it

Un gruppo di ricerca guidato dagli scienziati tedeschi dell’Alfred Wegener Institut Helmholtz Zenttum für Polar – und Meeresforschung di Bremerhaven, in collaborazione con l’Ocean Frontiers Institute dell’Università Dalhousie, in Canada, e della School of Geography, Earth and Enviromental Science dell’universita’si Birmingham, bel Regno Unito, ha messo a punto una ricerca con risultati davvero sorprendenti. A bordo della nave Polar Stern, i ricercatori hanno raccolto dei campioni di alga chiamata melosira artica intrisa di acqua marina. Le analisi di laboratorio hanno rilevato copiosa presenza di microplastiche, nello specifico dai 13mila ai 57mila frammenti per metro cubo. Per far capire l’entità della scoperta, i ricercatori, durante una conferenza stampa, hanno spiegato che questa quantità corrisponde circa a 10 volte la concentrazione dell’acqua circostante.

Le possibili conseguenze negative di questa scoperta

Nanoplastiche (Foto da Pixabay) – Ecoo.it

Le microplastiche che inconsciamente vengono ingerite quotidianamente, vanno a sedimentarsi all’interno dell’organismo dell’essere umano per poi essere potenziali fonti di affezioni e patologie. La catena alimentare ne è la principale responsabile. Questa scoperta delle alghe nell’artico risulta particolarmente dannosa per la popolazione che vive in quell’area. La quale dipende dalla rete alimentare marina per ottenere delle proteine. Di conseguenza la loro salute è messa seriamente a rischio dalle sostanze chimiche contenute nelle microplastiche.

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Giulia Borraccino

Sono nata e cresciuta a Roma. Laureata in Comunicazione con specializzazione in semiotica testuale, nel tempo mi sono appassionata all'approfondimento dei temi ambientalisti ed al giornalismo d'inchiesta. Amo l'arte in tutte le sue sfaccettature.

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