Microplastiche nell’oceano: il numero sale troppo velocemente

La percentuale di microplastiche presenti nell’oceano è in continua progressione e i pericoli aumentano: facciamo il punto della situazione attuale

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Nanoplastiche (Foto Adobe) – Ecoo.it

L’inquinamento da microplastiche rilasciate negli oceani è un problema annoso e in continua progressione. Del resto la plastica, sviluppata negli anni cinquanta nella sua versione più moderna, ha invaso il mercato grazie alle sue caratteristiche innovative di leggerezza e duttilità. Utilizzata da quel momento in tutti i settori, dalla moda, al design all’arte, diviene il nuovo materiale dell’uso quotidiano di milioni di famiglie, simbolo dello stile di vita moderno.

Successivamente le innovazioni tecnologiche la rendono sempre più sofisticata e multifunzionale, da diventare quasi insostituibile per determinate lavorazioni. Il boom dell’usa e getta, la produzione massiva e il basso costo fanno si che la plastica, da surrogato di materiali naturali, divenga un must dell’era moderna. Il suo diffondersi a macchia d’olio sul pianeta e il suo essere al di fuori dei cicli biologici e quindi non biodegradabile, hanno reso la plastica irrimediabilmente onnipresente, persistente e impossibile da eliminare.

Microplastiche

La plastica, malauguratamente, è il rifiuto più rilasciato nei nostri oceani ed ha invaso la vita marina. Negli anni si è configurata sempre più la presenza delle microplastiche, piccolissime nanoparticelle di materiale plastico accumulate nell’ambiente. La persistenza tipica dei materiali plastici mette in pericolo interi ecosistemi, compromettendo di fatto la stessa esistenza della flora e della fauna per terra e per mare. I danni sono incalcolabili e le conseguenze devastanti.

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Particelle plastica (Foto Adobe) – Ecoo.it

Nonostante la svolta imposta dalla consapevolezza della pericolosità dell’inquinamento da plastica, la situazione negli oceani peggiora sempre più. La concentrazione di microplastiche presente nei mari aumenta, arrivando a contare circa 2,3 milioni di tonnellate, a causa della straordinaria produzione globale del materiale negli ultimi decenni. La minaccia si concretizza con la contaminazione della catena alimentare delle specie marine, decretando un bilancio disastroso rispetto alla situazione delle acque del Pianeta.

Lo stop è imperativo

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Porto inquinato (Foto Adobe) – Ecoo.it

Che si debba correre ai ripari è diventato imperativo e governi e paesi devono attuare strategie e politiche volte ad impedire che continui il trend degli ultimi anni. Puntare su riciclo e riuso, economia circolare e politiche di plastic free, è solo l’inizio di quella che si profila una lunga battaglia per eliminare dagli oceani la presenza deleteria delle nanoparticelle di plastica, in un’ottica di salvaguardia e tutela dell’intero Pianeta e degli esseri viventi che lo abitano.

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