Animali vietati in casa: quali non si possono tenere in Italia

Tutte le persone sognano di avere in casa un animale che possa tenerli compagnia. Ma è bene sapere che non tutte le specie, in Italia, sono permesse.

L’immaginario comune non si deve fermare agli animali più comuni cani e gatti. La legge italiana, infatti, permette di avere tra le mura domestiche mammiferi, rettili, pesci e uccelli ma a una condizione: che gli vengano garanti spazi, cure e alimentazioni idonee.

Non è dunque vietato avere un maialino come George Clooney. Ma anche pitoni, iguane, gechi e iguane. Oltre ai più comuni criceti, conigli, topi domestici, porcellini d’india e pesci e uccelli non selvatici o protetti. Ma quindi quali animali non possiamo avere in casa?

Animali in casa: le specie vietate in Italia

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La macchina del Corpo Forestale (Pinterest)

Prima di vedere gli animali vietati in casa è giusto ricordare che nessun regolamento condominiale può vietare di tenere nella propria abitazione gli animali ammessi dallo Stato italiano. Gli unici che potrebbero avere dei limiti sono gli affittuari di case, ma questa limitazione deve essere presente tra le postille al momento della stipula del contratto di affitto.

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Di norma nelle case degli italiani sono vietati tutti quegli animali ritenuti pericoli, selvatici o in via di estinzione. Quindi non è permesso avere dei lupi o delle tigri. Se doveste averle oltre a  ritrovarvi la Forestale che, oltre a sequestrarvi l’animali, potrebbe portarvi in carcere. Ma nonostante questo divieto il contrabbando è un fenomeno, purtroppo molto diffuso.

La legge italiana, però, non vieta tutti gli animali esotici: per alcuni di questi serve un’autorizzazione da parte del servizio veterinario dell’ASL della regione. A regolamentare la detenzione degli animali è la CITES, un acronimo che sta per Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione. Si tratta di una legislazione sulla detenzione di animali esotici e selvatici in vigore dal 1973 valida per tutti gli Stati membri dell’Unione Europea a seguito dei regolamenti CE 338/97 e 865/2006.

Il CITES annovera più di 5mila specie vietate nel Bel Paese e, come potete intuire, non è possibile riportarle tutte. Per questo ci limiteremo a segnalarvi solo quelle più conosciute come scimmie, tigri, leoni, tassi, cervi, lemuri, daini, tartarughe aliene, vipere e falchi. Ma anche animali autoctoni del territori come lupi e aquile.

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Chi dovesse essere trovato in possesso di questi animali rischia davvero molto secondo quanto riportato dalla legge n°150/1992 che prevede per i possessori, ma anche per chi vende o scambia animali senza autorizzazione, l’arresto fino 2 anni e una multa che varia dai 15 mila euro ai 150mila euro.

Se poi il colpevole dovesse reiterare lo stesso reato il carcere salirebbe a 3 anni e l’ammenda a 300mila euro. Ma c’è dell’altro: se l’attività di scambio e commercio di animali vietati venisse svolta sotto forma d’impresa,  la licenza potrebbe essere sospesa da 6 mesi fino ai due anni. Oltre, naturalmente, alle multe previste.