Aeroporto Malpensa, no dall’Europa ma il Governo ci riprova

È arrivato il no dall’Europa in merito all’ampliamento dell’aeroporto di Malpensa richiesto dalla Lega per il “Decreto Aria”, ma c’è un’alternativa.

Esterno dell'aeroporto milanese
Esterno dell’aeroporto milanese (Ecoo.it)

Al momento, l’Europa ha declinato il progetto proposto dal Partito della Lega in merito all’ampliamento dell’aeroporto milanese di Malpensa, inserito nel nuovo Decreto Aria. Uno degli aeroporti più trafficati in Italia e in Europa necessita di un ampliamento, per far fronte all’espansione dell’area cargo e l’introduzione del nuova flotta di velivoli.

A tal proposito, in questi giorno sono aperte le selezioni per 120 nuove assunzioni per steward e hostess proprio a Malpensa, da inserire a partire dal prossimo mese. Il Governo Meloni cerca di aggirare il divieto europeo per l’ampliamento di infrastrutture in siti di interesse naturalistico. Ampliamento che andrebbe inevitabilmente a sottrarre verde, ma è stata trovata una soluzione sostenibile.

L’Europa dice no al “Decreto Aria” che prevede l’ampliamento dell’aeroporto di Malpensa, ma c’è la soluzione

Sportelli per gli imbarchi in aeroporto
Sportelli per gli imbarchi in aeroporto (Ecoo.it)

All’interno del Decreto Aria, approvato dal Senato e proposto dalla Lega, sono previsti “urgenti” lavori per l’ampliamento dello scalo milanese di Malpensa, per far fronte all’arrivo di nuovi arerei e per renderlo ancora più competitivo. Il Ministro del Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha proposto l’emendamento con la causa della creazione di “una zona di interesse strategico per tutto il Paese”.

Malpensa, continua Salvini, è uno scalo di interesse nazionale e internazionale, perciò è un polo importantissimo per l’economia dell’Italia. Tra l’altro, un ampliamento della struttura potrebbe sveltire alcuni intoppi legati all’ampliamento dei cargo city. Sottolineano le parole di Matteo Salvini anche il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, e il deputato lombardo Stefano Candiani.

Tenendo presente che, ad oggi, il 60% circa delle merci cargo passa per Malpensa, un suo ampliamento potrebbe essere la giusta strategia per incrementare e sveltire i commerci, creando un ulteriore sviluppo per tutta l’area. Ora non resta che l’approvazione definitiva alla Camera, nel mese di novembre.

Milano Malpensa: il progetto sta per essere concretizzato

Su progetto, l’ampliamento dell’aeroporto coinvolgerà una parte del sito del Parco del Ticino, e ciò ha creato diversi dubbi per eventuali danni ambientali. Tra l’altro, il Parco del Ticino è un’area protetta, legata a vincoli europei per la conservazione della fauna e della flora. Tuttavia, Lega e ingegneri stanno pensando a una soluzione che potrebbe aggirare la limitazione imposta dalla UE.

Si potrebbe sfruttare, facendo ricorso, una serie di terreni già compresi e utilizzati, come cave, depositi edili e vecchi piazzali. Tuttavia, le associazioni ambientaliste chiedono la salvaguardia dell’area, già fortemente a rischio. La VIA, Valutazione di Impatto Ambientale, è una procedura gestita dal Ministero dell’Ambiente, e ora deve essere confermata per dare il via ai lavori di ampliamento dell’area dedicata ai voli cargo, ossia agli aerei che trasportano merci.

Un’espansione sostenibile è ancora possibile

La questione interessa la provincia di Varese e il Comune di Milano. Il progetto di ampliamento è stato battezzato Masterplan 2035, pensato per lo sviluppo sul medio periodo, nel corso di 10 anni. L’investimento complessivo è di 300 milioni di euro. Ovviamente, oltre all’area cargo, è prevista anche la costruzione di nuove strade, servizi dello scalo e nuovi collegamenti.

Il Parco del Ticino, però, ha più volte chiesto di rivedere il progetto, poiché, questo progetto va a distruggere una zona naturale molto estesa. Lipu, Legambiente, CISO, Life Drylands e altre associazioni ambientaliste si schierano contro il progetto, che tra l’altro viola i vincoli stabiliti con la Comunità Europea sulle aree da proteggere.

A quanto pare, forse si è trovato l’accordo, con un ampliamento all’interno della stessa area portuale già esistente, quindi senza espansione nella brughiera. Staremo a vedere cosa accadrà nelle prossime settimane.