Termosifone, quanto consuma: la reale spesa

Il freddo inizia a farsi sentire e si cominciano ad accendere i riscaldamenti, ma qual è la reale spesa del termosifone? Facciamo due conti.

Portafogli vuoto niente soldi per il riscaldamento
Portafogli vuoto niente soldi per il riscaldamento (Ecoo.it)

L’autunno è finalmente entrato nel vivo, spazzando via le anomale temperature dell’ultimo periodo, davvero troppo elevate. Ma con l’arrivo del freddo si iniziano ad accendere i termosifoni. Per evitare sprechi di denaro, nonché per tutelare l’ambiente, è importante conoscere bene le spese che si affrontano per il riscaldamento di casa, e come fare per riscaldare l’abitazione con criterio.

Come ormai avviene da qualche anno, anche per far fronte al surriscaldamento globale, e per evitare gli sprechi, data la crisi energetica che pesa sulle spalle di milioni di famiglie, anche per il 2023 è prevista l’accensione dei riscaldamenti in base alle fasce climatiche. Le aree più fredde, ovviamente, accenderanno i termosifoni prima. Nel frattempo, occorre preparasi all’inverno.

Come prepararsi all’inverno e qual è la reale spesa per l’accensione del termosifone

Banconote incastrate sul termosifone
Banconote incastrate sul termosifone (Ecoo.it)

In questo periodo ancora incerto, dove si alternano ore della giornata ancora abbastanza calde e altre più fresche, come al mattino presto e la sera, ci si prepara all’inverno. Prima di tutto, è sempre bene controllare gli infissi di casa, per prevenire eventuali spifferi e dispersioni di calore. Se si vuole potenziare il calore nelle stanze, inoltre, si può sfruttare il metodo della carta stagnola, che è efficiente.

Ogni volta, però, soprattutto in autunno, ci si chiede a quanto possano ammontare le spese del riscaldamento. Ovviamente, queste dipendono da vari fattori, come lo stato termoisolante della propria abitazione, il suo isolamento, l’esposizione solare, l’efficienza energetica e la fascia climatica di appartenenza. Se si effettua una media, diciamo che il consumo va dai 0,25 all’ 1,5 metri cubi/ora.

In pratica, si tratta di un consumo pari a 0,57 euro all’ora, per una appartamento di dimensioni medie tra gli 80 e i 100 mq. Per evitare dispersioni e picchi di consumo, il consiglio è quello di lasciare sempre acceso il riscaldamento, soprattutto nei periodi più freddi, magari a temperature non troppo elevate, ad esempio vanno bene 19 gradi.

Come prepararsi all’inverno: quanto ci costa riscaldare casa

Paradossalmente, è meglio tenere i riscaldamenti sempre accesi, a una temperatura bassa, 18 o 19 gradi, che accederli solo nei momenti più freddi della giornata, impostandoli a 23 gradi. Questo perché, per riscaldare un ambiente freddo, i riscaldamenti impiegano più energia, e ciò determina dispersione termica e consumo di gas più elevato.

Tra l’altro, in questo periodo è importante preparare bene i termosifoni, sfiatandoli e pulendoli, prima di accenderli. Come accennato, l’accensione dei termosifoni è regolata da normative precise, che devono essere rispettate. Nella fasce climatiche fredde del Paese, come le zone di montagna, si possono tenere accesi i riscaldamenti anche per 14 ore. Nelle zone costiere del sud Italia, invece, i termosifoni restano accesi fino a 8 ore al giorno.

Gli esperti consigliano di impostare il termostato sui 18 gradi, quando si esce, e sui 20 gradi, se si sta in casa. Una temperatura fissa di 19 gradi è l’ideale. In tal caso, si riesce a risparmiare anche il 10% sulla spesa. Facendo un rapido calcolo, in base al costo attuale del gas, si arriva a spendere circa 4,6 euro al giorno, per i luoghi più caldi d’Italia, fino a quasi 6,2 euro al giorno per le zone più fredde.

Insomma, si tratta di una spesa non proprio irrisoria. Secondo i calcoli effettuati dall’ARERA, ogni famiglia dovrebbe spendere dalle 130 euro alle oltre 200 euro al mese. Parliamo di 800/1100 euro per 6 mesi di riscaldamento, tra novembre e aprile, cifre altissime, in certi casi insostenibili per le famiglie. Se pensiamo che soltanto nel 2020/2021, la spesa media era di 650/800 euro, si capisce l’incremento che abbiamo subito.