Strage di globicefali nelle isole Faroe: continua il massacro dei cetacei

strage di globicefaliNelle isole Faroe, protettorato della Danimarca, è stata messa in atto una strage di globicefali. La denuncia arriva dall’organizzazione animalista Sea Shepherd, attraverso la sua pagina Facebook. Tre volontari dell’associazione sono stati arrestati per aver cercato di difendere i poveri animali sottoposti al massacro. Nel corso di due battute di caccia sono stati attaccati circa 250 globicefali, che sono stati inizialmente avvicinati attraverso delle piccole imbarcazioni; poi gli animali hanno raggiunto la riva e qui sono stati uccisi con crudeltà da una folla di persone.

Gli animali sono stati avvistati nella parte occidentale dell’arcipelago delle isole Faroe e sono stati trascinati vicino alla spiaggia di Bøur. La folla ha preso d’assalto il luogo per aggredire i globicefali e alcuni volontari di Sea Shepherd sono riusciti a scattare delle foto e a girare un video, per testimoniare le scene atroci che stavano accadendo. Alcuni volontari sarebbero stati anche spinti a terra dalla polizia mentre cercavano di difendere i cetacei dalla strage che stava avvenendo davanti ai loro occhi.
ATTENZIONE: IMMAGINI CRUENTE
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[Credit Sea Shepherd]
Il capitano della Brigitte Bardot, trimarano veloce di Sea Shepherd, ha riferito che due navi della marina militare danese si trovavano nella zona al momento del massacro dei cetacei. Il capitano Lublink ha dichiarato: “E’ incomprensibile come la Danimarca, nazione dell’Unione europea, contraria alla caccia ai cetacei e soggetta alle leggi che vietano il massacro dei cetacei, possa tentare di giustificare la sua collaborazione in questo massacro“. La strage è continuata, perché, dopo il primo massacro, i media hanno annunciato l’inizio di una seconda caccia in un altro punto ad ovest della capitale. Questa volta sono stati coinvolti circa 130-150 globicefali, sempre secondo il solito schema: sono stati accerchiati da una quarantina di imbarcazioni e sono stati spinti sulla spiaggia, per poi essere uccisi.